di Filomena Baratto
Vico Equense - Secondo appuntamento ieri sera all’Hotel e Resort Le Axidie a Marina di Seiano, per la rassegna letteraria Ubik Vista Mare 2019, ideata e condotta da Giovanna Starace.
L’autore della serata è stato Lorenzo Marone col suo nuovo romanzo Tutto sarà perfetto, Feltrinelli editore, presentato dalla professoressa Giovanna Domestico.
L’atmosfera era quella giusta di pubblico e di parole spese per raccontare in modo preciso parti del romanzo come in un viaggio che per antonomasia è di Ulisse. Una storia ambientata nell’isola di Procida, la stessa raccontata da Elsa Morante nel suo romanzo L’isola di Arturo, con una famiglia come tante, con rapporti a volte difficili, personaggi in collisione in una modernità distratta. Sono questi d’altra parte i temi cari al nostro autore: la famiglia, i rapporti tra genitori e figli, la maturità, il senso di responsabilità che i figli riscoprono solo quando diventano a loro volta genitori. Scrittore dallo sguardo profondo, attento ai mutamenti sociali e all’uomo in cui scorge la nostalgia, le attese, le mancanze, il tutto volto alla ricerca di quella felicità che pur esiste e si frammenta in tante piccole dosi, e che bisogna saper riconoscere in tempo e non farsela sfuggire. Procida, in questo caso, è l’isola di chi si sente in essa protetto e pertanto non la lascia mai e di chi vivendola si sente in gabbia ed è portato ad allontanarsene.
Porto sicuro e luogo da abbandonare al contempo.
Cos’è poi la perfezione se non la vita con le sue imperfezioni, che scorre via senza rendercene conto e la prendiamo in mano solo dopo aver vissuto i suoi passaggi obbligati? Così il protagonista Andrea Scotto, fotografo di professione, si trova ad accudire al vecchio e ammalato padre, un tempo comandante, in un fine settimana, al posto della sorella che parte. Andrea è l’ultima persona cui Marina avrebbe voluto rivolgersi per affidargli il padre.
E in questo tempo così ridotto, troppo per instaurare e riprendere rapporti, ma che diventa ampio e disteso fino a calarci tutto il passato, il protagonista fa una disamina in proposito agli affetti, ai suoi cari e al passato. E in questa lente d’ingrandimento rivede ricordi nitidi e chiari di un tempo, oggi troppo lontani e deformati in quanto stridono con quello che ha davanti. E i ricordi sono pur l’unico bagaglio vero che porta con sè. L’autore descrive la bellezza nei suoi infiniti momenti lasciandosi trasportare solo dagli eventi. Ne nasce una nuova consapevolezza, che gli permette di leggere la realtà in una predisposizione migliore. Il libro cattura grazie a un’isola magica, a una quotidianità sorprendente, a un afflato di calore, suoni, rumori, profumi, ricordi e rivelazioni.
L’autore ha la capacità di irretire il lettore con i suoi personaggi pieni di debolezze e paure, reali e in cui si identifica. Si sente così al centro della storia come se fosse il vero protagonista scoprendo aspetti di sé che non conosceva.
Serata, quindi, sull’onda del mare, della leggerezza, dell’ironia e di Procida apparsa nel buio del Resort, con i rumori in lontananza e le luci intercettate all’orizzonte. Leggere è proprio questo, volare da un posto all’altro con atterraggi felpati, solo con le ali della fantasia, e al ritorno sentirsi addosso la storia. Grazie all’autore che ci ha fatto lievitare sulle nostre sedie, ma sempre a bordo piscina ha scalfito un po’ le nostre certezze. Una storia che ci tiene ancorati al nostro mare, al Golfo, a Napoli, città dai mille volti. E come lei nessuna sa raccontare la vita.
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