Lorenzo Richelmy |
Vico Equense - Dopo un po’ di anni il torneo “I piccoli giocano al calcio d’estate” è ritornato in Piazza Marconi, quasi a voler ricordare i giovani dei primi decenni del novecento che “vivevano intensamente la passione per il magnifico gioco del calcio”, che, come scrive Giuseppe Maffucci nel suo libro “La storia del calcio a Vico Equense”, tra il 1929 e il 1931, con la creata Unione Sportiva Aequa disputavano “il campionato di prima divisione della zona sorrentina sul mitico piazzale di ‘mmiez’ a Dommene, alle spalle della Chiesa dei SS. Ciro e Giovanni”, che la domenica, alle due, veniva chiuso “con una fune tesa fra gli alberi e tutti versavano tranquillamente la loro offerta per assistere all’incontro e sostenere la squadra. Nei ricordi di chi ha giocato su quel campo rimangono le immagini di una folla vociante, trattenuta da quelle corde tese lungo i lati del rettangolo di gioco, una folla che premeva, si accalcava e faceva sentire tutto il suo calore ai giocatori in campo.” E’ riportato, in pillole, il pionieristico inizio storico del calcio a Vico su di una Piazza, Piazza Marconi, che, oggi come allora, diventa, per un certo tempo, (quest’anno dal 29 Luglio al 9 Agosto) luogo d’incontro di mamme e papà, nonni e parenti vari e tant’ altra gente ancora, che lì vengono per assistere al gioco dei piccoli campioni in erba. E tra questi l’altra sera (Lunedì 29 Luglio) c’era anche Lorenzo Richelmy (il Marco Polo della serie televisiva statunitense di genere storico curata da John Fusco per Netflix), ospite al Social World Film Festival. Salito sul palco per ritirare il premio come miglior attore rivelazione dell’anno per le sue interpretazioni nei film “Ride" di Jacopo Rondinelli, “Una vita spericolata” di Marco Ponti e “Dolceroma” di Fabio Resinaro, ha commentato, ci è stato riferito, della sua presenza in incognito in Piazza Marconi, dove ha assistito a ben due degli incontri in calendario, divertendosi a veder giocare i piccoli, aggiungendo di essere stato colpito dal fermento di tutta quella gente che, “vociante” e rumorosa, seguiva con interesse e “calore” l’avvenimento, meritevole di essere elogiato perché dava l’idea di un vivo e appassionato rapporto collettivo, che attribuiva un giusto senso al contesto di quel luogo e a tutto ciò che lo circonda. Grazie di essere stato con noi Lorenzo, grazie di aver dedicato a noi una parte dei tuoi momenti di pausa, grazie di aver sostato al margine di un piccolo campetto di gioco, convinti che porterai nel bagaglio della tua memoria un ulteriore ricordo della nostra cittadina che riserva particolare attenzione al sociale, in tutti i suoi diversi campi, indissolubilmente legati alle trasformazioni della nostra società.
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