Vico Equense - Il guardaroba delle Pacchianelle si è aperto, (quest’anno la distribuzione è iniziata lunedì 9 Dicembre e terminerà venerdì 20) e il minuzioso verismo e la particolare cura riposti nella combinazione degli indumenti che vengono consegnati e successivamente indossati, restano determinanti per la rappresentazione dei personaggi che compongono il corteo, la cui composizione inizia col “mazziere” .
Nato come trasfigurazione del famoso e chiassoso “pazzariello” entra in scena, verso la fine degli anni ’80, il “mazziere” che, in sontuose vesti orientali damascate, scampanella la sua mazza per avvisare dell’arrivo del pittoresco corteo , che, suddiviso in settori e ciascuno di essi in quadri, si muove seguendo quel garbato cerimoniere, che funge, in tal guisa, da battistrada, dando il passo alla sfilata.
A seguire l’Angelo dell’Annunzio, il messaggero alato che monta un bianco destriero, figura chiave nell’attuale sistemazione del corteo, che così com’è, discosto dall’insieme degli Angeli che circondano il gruppo della Natività, recando in mano la chiarina, è rappresentazione di una ricercata raffigurazione plastica di misticismo.
E mentre si ammira quel messaggero alato, si sente il suono inconfondibile della zampogna .
Gli storici concordano che zampogna derivi dal greco “synphonia” e cioè strumento musicale che emette contemporaneamente più suoni in modo armonico: voce solista, accompagnamento e arrangiamento, tutti insieme in un solo strumento.
Lo strumento più antico del mondo, più povero e più solo, “come il primo pastore che lo costruì” si è abbinato con la ciaramella per far sentire insieme quel “tu scendi dalle stelle “ e “quando nascette ‘u ninno” canti religiosi di Sant’ Alfonso Maria dei Liguori.
Dai monti del Cilento, con le fasce di tela attorno alle gambe e con le cioce ai piedi, gli zampognari, figure caratteristiche del corteo delle Pacchianelle, con l’acustica dei loro strumenti rinviano ad un mondo i cui ritmi sono scanditi dal susseguirsi di eventi che emozionano e che rendono il Natale il più grande evento che si sia mai potuto annotare nella storia dei secoli.
Le Pacchianelle, ben riconoscendo che i “simboli”, gli “oggetti” e i “doni” accomunano i personaggi che compongono la sfilata, ne identifica il significato collegandolo alla loro natura, così com’é per l’acqua, segno del tempo che scorre, simbolo del ciclo vitale, emblema di nuova nascita che si associa alla fonte battesimale.
Trasportata dalle “acquaiole” con brocche e anfore, l’acqua rappresenta anche il luogo da cui è attinta: il fiume, la fontana, il pozzo, che raccontano di incontri e di apparizioni fantastiche.
Parimenti dicasi dei portatori di pane (nelle varie fogge unitamente a fragranti pagnotte e ciambelle), a rappresentare il corpo di Cristo, che insieme al vino, (portato in piccole damigiane, fiaschi e barilotti), diventano paradigma della storia della salvezza.
6 – continua
A cura dell’Ass.ne Amici delle Pacchianelle
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