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domenica 25 ottobre 2020

Chiusura pronto soccorso Vico Equense. Nota del Tribunale del malato: Paghiamo scelte del passato

Vico Equense - La gravità delle decisioni prese dai vertici dell’Asl Napoli 3-Sud in relazione al presidio ospedaliero di Vico Equense è sotto gli occhi di tutti. In questi giorni, sulla chiusura del pronto soccorso e delle divisioni di Medicina e Chirurgia del De Luca e Rossano sono stati spesi fiumi di parole. In un momento così difficile per tutta la nazione, se non per tutto il mondo, noi che rappresentiamo il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva in penisola sorrentina non aneliamo a dire la nostra giusto perché, in una situazione così grave, facciamo brutta figura a zittire; bensì, vogliamo innanzitutto sottolineare, con estrema amarezza, che, come sempre accade, la scelleratezza delle scelte del passato, si stanno tragicamente riversando sul sacrosanto diritto alle cure di ogni cittadino. Sicuramente non è costruttivo rivangare il passato, ma adesso che questa assurda chiusura, cosiddetta “momentanea”, viene giustificata dalla carenza di personale medico e infermieristico, ci piace ricordare che 18 anni fa, precisamente nel 2002, proprio durante il mese di ottobre sfilammo partendo dal P.O. di Sorrento con l’intento di raggiungere il P.O. di Vico Equense in un corteo organizzato per protestare contro l’annosa carenza di personale. Parteciparono un centinaio di cittadini, un solo sindaco e qualche amministratore comunale spinto più che altro da un senso di amicizia. L’anno dopo addirittura demmo vita al Comitato di Sindaci per salvare la sanità in penisola sorrentina finito in una bolla di sapone nel momento in cui le votazioni condussero ad un cambiamento di personaggi alla conduzione dei vari Comuni peninsulari.

 

Dopo qualche anno, precisamente nel 2007, la Campania siglò con il ministero della Salute l’accordo per il piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria. Iniziarono gli anni più bui della sanità campana terminati appunto quest’anno con l’inizio della pandemia. Anni durante i quali, con il blocco delle assunzioni, il personale sanitario si è assottigliato sempre di più determinando disagi di ogni sorta e minando irreversibilmente il diritto alla salute. Oggi chiude un pronto soccorso in un periodo di estrema emergenza. Chiude perchè a Vico Equense quello stesso pronto soccorso mai ha funzionato bene allocato all’interno di un nosocomio sprovvisto di tutto, persino di una banale tac. Chiude perché l’esiguità annosa del personale acuita dalla circostanza di assenza per malattia, assenza per la prevenzione dei soggetti a rischio, ha determinato la necessità di rafforzare il pronto soccorso di Sorrento allocato in una struttura che almeno può permettersi attrezzature migliori. Quello odierno è uno scandalo che proviene da molto lontano e l’auspicio che ci poniamo in qualità di cittadini che cercano di tutelare i diritti di tutti è che, passato questo brutto periodo di emergenza, possiamo lavorare tutti, amministratori, dirigenti sanitari, cittadini in un’unica direzione ovvero nella costruzione di un servizio sanitario che metta al centro la gente bisognosa di cure e non i campanilismi, i protagonismi e quant’altro. Se la chiusura di un pronto soccorso può essere dolorosamente accettata dinanzi all’esigenza di sfruttare al meglio il poco che c’è, reputiamo del tutto inaccettabile la decisione dei vertici della Sanità campana di chiudere gli ambulatori negli ospedali e non solo. Infatti, la disposizione adottata dall’Unità di crisi regionale e dalla Direzione Generale per la Tutela della salute e il Coordinamento del Servizio sanitario regionale è di una ambiguità vergognosa perché non chiarisce se ad essere sospesi sono anche gli ambulatori dei distretti. Se consideriamo che a partire dal 1° novembre sempre la stessa dirigenza regionale campana bloccherà le convenzioni già ferme da circa un mese per quel che riguarda i prelievi ematici e quant’altro, veramente tocchiamo il fondo. Gli interventi chirurgici di elezione sono sospesi, gli ambulatori ospedalieri pure; se interrompiamo anche gli ambulatori territoriali e togliamo ai cittadini la possibilità di rivolgersi al privato accreditato significa che soltanto la morte aspetta cittadini malati di patologie croniche e rare. Purtroppo non si muore solo di Covid. Su questa consapevolezza dobbiamo unirci e protestare tutti insieme, sindaci, amministratori, dirigenti sanitari, cittadini, per scongiurare che si verifichi in Regione Campania l’assoluta impossibilità di curarsi.

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