Vico Equense - Lo ricordo come fosse ieri, anche se i fatti risalgono ormai a più di cinque anni fa. Parlo dei tanti sopralluoghi fatti, documentati con foto e articoli, all’Ospedale De Luca e Rossano, dall’allora Sindaco di Vico Equense Benedetto Migliaccio. Questa settimana sul settimanale Agorà, l'ex primo cittadino ripercorre, in una lunga intervista, quel periodo. “L’Ospedale “De Luca e Rossano”, - si legge in un passaggio - è stato condotto negli ultimi anni ad uno stato precomatoso da imperscrutabili strategie… La sua gestione suscita tanti perché generati da disposizioni apparentemente prive di motivazione logica...” Durante queste visite, ufficiali e non, fatte al nosocomio vicano nell'estate del 2015, Migliaccio constatò strumentazioni diagnostiche lasciate negli imballaggi e locali ristrutturati tenuti chiusi. “Presi la penna – dice l’ex Sindaco - e denunziai il tutto per iscritto alla Dirigenza ASL e al Presidente della Giunta Regionale. Addirittura in passato vennero sospesi i servizi chirurgici in piena estate, e con il pretesto delle ferie estive.” L’intervistatore gli chiede, poi, se la progressiva chiusura dell’ospedale è scritta nella delibera, che risale al 2012, con cui i consigli comunali e i sindaci della Penisola diedero l’ok alla costituzione dell’ospedale unico. “E’ difficile giudicare da casa, - afferma Migliaccio - ed a distanza di anni, senza contestualizzare la vicenda. Nel 2012 l’ ASL stanziò somme importanti per varare il progetto della nuova Sanità (non a caso con la maiuscola) con Ospedale unico in Penisola, e chiese ai Sindaci se i Comuni condividessero il suo progetto. A mio ricordo vi furono serrate riunioni tra i Sindaci dell’ epoca, all’ ARIPS, ed i Consigli comunali non si tirarono indietro. Quel che non si dice è che comunque la decisione di chiudere Vico e Sorrento se è stata presa, non certo lo fu dai Sindaci o dal Consiglio Comunale; a Vico certamente nessuno era disposto a favorire la chiusura dell’ Ospedale e soprattutto del pronto soccorso che ha un ruolo salvavita (considerata la difficoltà di movimento che condanna le nostre zone); si votò, ma non si può certo attribuire a quel voto un significato che va oltre quel momento particolare.”
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