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martedì 15 dicembre 2020

Marittimi bloccati in Cina: lettera al Premier Giuseppe Conte

La richiesta inviata dai sindaci di Crotone, Livorno, Messina, Monte di Procida, Napoli, Pozzallo, Procida, Sant' Agnello, Termoli e Vico Equense 

I sindaci dei comuni di appartenenza dei marittimi italiani bloccati da diversi mesi su due navi mercantili che trasportano carbone proveniente da giacimenti australiani e dirette in Cina, hanno scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Nella lettera viene ricordato che le due unità navali sono ferme al largo del porto di Huanghua. I due equipaggi, misti italo-filippini, sono bloccati in rada dal 29 giugno e, per la maggior parte di loro sono già scaduti, come da norma, i 12 mesi di imbarco. Sulle due navi sono imbarcati 13 marittimi di diversi comuni italiani: Crotone, Livorno, Messina, Monte di Procida, Napoli, Pozzallo, Procida, Sant' Agnello, Termoli e Vico Equense. «Caro Presidente, Le chiediamo di esercitare le Sue prerogative di Capo del Governo affinché si giunga rapidamente alla rotazione degli equipaggi» scrivono i sindaci sottolineando che nei mesi scorsi, 1'Autorità Marittima Italiana si è adoperata per il necessario avvicendamento degli equipaggi. Le Autorità Cinesi indicano un porto di attracco diverso da quello previsto nei contratti e le società armatrici sono riluttanti a consentire lo spostamento delle navi a causa del rischio di penali economiche rilevanti.

La soluzione proposta dall'Autorità Marittima Italiana, in accordo con l'omologa cinese, prevede, con un apposito protocollo, di scambiare gli equipaggi sotto bordo, senza spostare le navi dalla rada. Tale operazione, seppur consentita dalle norme internazionali, è resa difficile attualmente in tempo di pandemia. «Come Sindaci – si legge nella missiva - stiamo seguendo la vicenda dall'inizio, restando in contatto continuo con i marittimi e le loro famiglie e informandoli delle azioni in atto e sostenendo con forza le azioni delle Autorità Italiane. Tuttavia, la situazione si presenta ora in pieno stallo e l'assenza della benché minima prospettiva temporale alimenta uno stato di angoscia delle famiglie» evidenziando la necessità di un incontro urgente in videoconferenza per esaminare le azioni da adottare per riportare a casa i marittimi.

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