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domenica 3 gennaio 2021

Vaia: “La riapertura delle scuole? Sarebbe più prudente restare così e aspettare che calino i contagi"

Le Regioni frenano sulla riapertura il 7 gennaio 

A quattro giorni dalla riapertura delle scuole superiori al 50%, e non al 75% come stabilito dal governo nel Dpcm del 3 dicembre scorso, il presidente della conferenza delle regioni e presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini ieri ha detto che l'orientamento potrebbe cambiare di nuovo: «Il governo ci riconvochi se i dati preoccupano e prenderemo decisioni laiche». Un modo per capire che cosa intende fare palazzo Chigi «visto che ho sentito anche voci che provengono da esperti che il governo utilizza per prendere decisioni». Anche dagli esperti, infatti, giungono parole poco in linea con le rassicurazioni del Governo. Per Francesco Vaia (foto), direttore sanitario dell'Istituto Spallanzani di Roma, «c'è bisogno ancora di tanta prudenza» e di «mantenere inalterate anche per la scuola le misure di salvaguardia attuate prima e aspettare almeno la seconda settimana di gennaio». Dal canto suo, la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina ha sottolineato che "non possiamo arrenderci e dobbiamo, ciascuno degli attori coinvolti, operare uniti, ricordandoci sempre del peso specifico che questa Istituzione ha nel percorso di ogni bambina e bambino, delle ragazze e dei ragazzi, nella vita del Paese. Arretrare sulla scuola, significa rinunciare a un pezzo significativo del nostro avvenire. Per questo non lo faremo". Intanto in Campania Vincenzo De Luca ha già stabilito che qui gli studenti non rientreranno a scuola di certo il 7, e ha già lanciato un calendario scolastico alternativo per gli studenti della sua Regione (il 7 gennaio riprenderanno le prime e le seconde elementari, l'11 la scuola primaria, il 18 le tre classi della secondaria di primo grado e il 25 la secondaria di secondo grado), si sono già aggiunti altri governatori che stanno chiedendo all'esecutivo di rimodulare la ripartenza o quantomeno di non intestardirsi sulle date senza aver prima visto i numeri dei nuovi monitoraggi del contagio dopo le feste. Il motivo? Evitare che diventi necessario chiudere ancora qualche giorno dopo la riapertura.

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