Vico Equense - Era la principale via d’accesso alla penisola sorrentina, oggi è un piccolo sentiero tra le colline, percorso da pochi appassionati della natura. Si tratta della «Sperlonga», stradina immersa nel verde, che un tempo faceva parte del più importante percorso che collegava Castellammare di Stabia a Vico Equense. Il percorso della «Sperlonga» comincia in prossimità del Cimitero comunale, per giungere alla sorgente, con le sue acque, mescolate a quelle di “Capo d’Acqua”, ha dissetato per secoli, gli abitanti della piana Equense, attraverso un acquedotto che l’Abate Gaetano Parancandolo fa risalire ad epoche lontanissime. Il paesaggio che si ammira durante il tragitto è mozzafiato dalle colline di Vico che sovrastano Punta Scutolo e il Golfo di Napoli, partendo dalla particolarissima costa in prossimità del Complesso di “Capo La Gala”. Inoltrandosi nello spaccato di verde, si giungerà sino alla sorgente di Sperlonga, detta tale dal latino “spelunca”, ovvero grotta, utilizzata un tempo dai pastori quale ricovero in caso di pioggia o vento durante il pascolo. Il sentiero della Sperlonga, di epoca preromana, costituiva, l’unica via di comunicazione terrestre tra la città di Stabia e i paesi della penisola sorrentina. Nel 1832, la costruzione dell’attuale statale 145 Sorrentina ha messo in disuso l’importanza di questo percorso lungo il quale fu istituito l’impianto di un posto di dazio. Sabato scorso gli attivisti del WWF (WWF Terre del Tirreno – WWF YOUng), nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Liberiamo i fiumi”, giunti alla sorgente si sono calati nell’alveo fluviale per recuperare i tantissimi rifiuti gettati dai soliti incivili. A fine giornata, dopo due ore d’impegno, i volontari hanno tirato su 450 chili circa di spazzatura, che è stata differenziata in plastica, vetro, confezioni di medicinali, materiali ferrosi, vestiti, scarpe, reggiseni, rifiuti alimentari e tra questi da segnalare la presenza di datteri di mare, che è proibito raccogliere e commerciare, e numerose ossa di bovini, che fanno sorgere il fondato sospetto che c’è chi usa il sito per gli scarti della macellazione di animali d’allevamento. I 40 sacchi di immondizia, infine, sono stati recuperati dalla Sarim, la società che si occupa della raccolta differenziata sul territorio, che in collaborazione con il Comune di Vico Equense ha supportato l’iniziativa del Panda.
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