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martedì 24 agosto 2021

Appello ai sindaci della Costiera amalfitana sulla crisi umanitaria in corso in Afghanistan

Collettivo UANM

«I sindaci italiani sono pronti a fare la loro parte nell’accogliere le famiglie afghane. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo essere molto concreti. Sarà la storia a dare un giudizio su questi ultimi vent’anni di presenza militare in Afghanistan, oggi siamo consapevoli che è il momento di aiutare il Governo a mettere in salvo vite umane » . Queste le parole di Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato ANCI per l’Immigrazione. In una nota inviata al Governo e indirizzata soprattutto al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, l’ANCI rafforza la disponibilità dei comuni italiani ad ampliare la rete di accoglienza e integrazione SAI (ex Sprar). Noi del Collettivo UANM rivolgiamo un appello ai 13 Sindaci della Costiera amalfitana affinché anche noi possiamo contribuire a scrivere una nuova pagina di storia sul tema dell’accoglienza e della solidarietà. I Comuni della Costiera, rei di tirarsi fuori dal mondo quando c’è da restituire, per convenienza o per ignavia, nel corso degli ultimi anni hanno preferito non preoccuparsi mai di questi argomenti, come se questa storia non appartenesse anche a noi. Basti andare sul sito del SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) per rendersi tristemente conto che, dal 2017 ad oggi, nessun Comune della Costiera ha attivato progetti territoriali di accoglienza.
  Navigando sulla homepage del sito del SAI e soffermandosi sulla mappa della Regione Campania in materia di progetti attivi, il vuoto più rumoroso è rappresentato dai comuni della Costiera amalfitana e della Penisola Sorrentina, le zone più ricche non solo della Campania ma di tutto il Sud Italia. Cosa rappresenta questo vuoto? È un vuoto di umanità, di solidarietà e di mancanza di riconoscenza di un territorio che si è arricchito proprio grazie ai flussi turistici internazionali, quelli “giusti” insomma. A cavallo tra le due guerre nei paesi della Costiera hanno trovato rifugio persone in fuga dalle persecuzioni della storia. Hanno trovato ospitalità in​ comunità realmente accoglienti, un ambiente sereno in cui iniziare una nuova vita, avvolte dal calore della popolazione e dalla ricchezza di un territorio che sapeva essere generoso. Quando abbiamo dimenticato tutto questo? Quando abbiamo preferito volgere lo sguardo altrove? Le parole ospitalità e accoglienza di cui oggi ci vantiamo e che vendiamo in tutto il mondo non sono altro che atteggiamenti di facciata e di cieca ipocrisia perché, senza azioni concrete e reali, perdono il loro significato più vero e non calcolatore. La crisi umanitaria in corso in Afghanistan ci permette di vedere con occhi nuovi i flussi migratori contemporanei e al contempo deve farci riflettere sul perché oggi siamo così ostili ad accogliere migranti in cerca di futuro. Le ragioni sono le stesse, i drammi sono gli stessi, cambia solo la nostra percezione. È per queste ragioni che chiediamo ai Sindaci della Costiera amalfitana e alla comunità locale un atto di responsabilità. Non ci accontenteremo di semplici dichiarazioni populiste da parte dei nostri amministratori o amministratrici. È ora di dimostrare concretamente tutta la nostra serietà di fronte ad un dramma che tocca essere umani esattamente come noi. La differenza è che non hanno avuto la fortuna di nascere in Costiera, nella parte “giusta” del mondo. 

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