Sorrento - Nell'ambito della rassegna "Incontri di Vini e di Sapori campani", per la sezione "Libri di gusto", promossa dalla Associazione Cryteria Project, ospitata a Villa Fiorentino, venerdì alle ore 19, si terrà la presentazione del libro scritto dalla produttrice di vino Manuela Piancastelli, “la signora del pallagrello”, dal titolo “Napoli, zuccaro & cannella”; con l’autrice sarà presente Antonino Pane, coordina Antonino Siniscalchi. Il Cunto de li Cunti di Giambattista Basile è sicuramente il più affascinante e straordinario repertorio fiabesco europeo. Esso rappresenta un vero e proprio grande libro del sapere che va sfogliato, pagina dopo pagina, per apprezzarne l’originalità, è un enorme pentagramma di cui occorre ascoltare tutte le note, un universo semantico unico ed irripetibile che riporta a leggende, canzoni, versi che, se chiudiamo gli occhi, sentiamo riecheggiare dentro di noi come una nenia antica. Il Cunto de li Cunti è come una grande pizza a sfoglie che si può gustare lentamente nei suoi singoli strati oppure a morsi, racchiudendo in un sol boccone l’esprit du temps. In questo libro Manuela Piancastelli, giornalista e saggista, studiosa di Giambattista Basile, ha voluto far riemergere dal Cunto il racconto dei cibi, dei vini, dei sapori della Napoli del primo Seicento. Ma ha anche voluto far rivivere al lettore le contraddizioni e le grandezze della Napoli spagnola, di un’epoca di passaggio, ha voluto tracciare l’identikit dei sazi e degli affamati, è andata alle origini dei mangia-foglia e del come e soprattutto del perché si siano trasformati in mangia-maccheroni. Nelle favole il cibo è metafora, fantasia, sogno, desiderio, fuga della realtà. Ma anche cibo vero. Napoli per Basile è una pentola gorgogliante, un calderone sul fuoco con odori, sapori, ricette, ingredienti che ci portano nel cuore della Napoli barocca e ci raccontano di grandi rivoluzioni, come quella della pasta. È un pezzo di storia della città fatta anche di zucchero e cannella, di marzapane e di verdure, di pizzelle e di vino. Manuela Piancastelli ci guida alla loro scoperta attraverso testimonianze letterarie e testi di viaggiatori e storici, in un grande puzzle della Napoli a cavallo di due secoli.
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