Vico Equense - In soli cinque mesi di “vera” apertura, senza gli stop and go imposti dalla pandemia, il ristorante San Giorgio di Genova ha guadagnato l’ambita prima stella della guida Michelin. A guidare la struttura c’è il “padrone di casa” Danilo Scala, che assieme al resto della famiglia opera nel settore dell’alta ristorazione da più di 35 anni, mentre in cucina le mani e la mente sono del giovane ma già navigato cuoco di Vico Equense, Graziano Caccioppoli, che fin da ragazzo ha dedicato impegno ed energia alla scoperta dell’enogastronomia. Caccioppoli, che prima di arrivare a Genova ha gestito da stellato il Maxi di Vico Equense, ha assimilato i primi segreti riguardo il pescato fresco o la cottura della carne affiancando il grande Antonino Cannavacciuolo, pur partendo come pasticcere; per non parlare dell’apprendistato al Mizuki di Kyoto dove ha appreso dallo chef Miura «l’eleganza e la semplicità del piatto, come affettare un pesce trasformandolo in eccellenza assoluta», o gli anni al rinomato Da Vittorio della famiglia Cerea, dove ha posto la pietra angolare di quella che oggi è la filosofia cui si ispira insieme al suo staff, ovvero «l’arte di coccolare il cliente a tavola», l’idea secondo la quale non è sufficiente preparare un grande piatto se ogni altro aspetto ‘di contorno’ non è curato con la stessa maniacale precisione. I piatti che nascono in cucina sono il riassunto di quello che Graziano Caccioppoli ha assimilato nei primi anni di carriera, ossia un mix di influenze e insegnamenti che lo hanno portato ad adottare uno stile basato sull’equilibrio di ricercatezza, creatività, misura e premura per il desiderio particolare del cliente. E questo unendo il meglio degli stili liguri e campani.
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