Nella suggestiva cornice del Museo Matt di Terzigno, Le Lune del Vesuvio ha presentato il suo Lacryma Christi Riserva Vendemmia 2018, blend di Piedirosso e di Aglianico invecchiato in botte 24 mesi e affinato in bottiglia 6 mesi.
Terzigno - Nell’esclusiva cornice del Museo Archeologico Territoriale di Terzigno si è tenuta la presentazione del Lacryma Christi Riserva DOC Vendemmia 2018 della Tenuta Le Lune del Vesuvio. All’evento, intitolato “La storia si fa vino”, hanno preso parte operatori del settore vitivinicolo e giornalisti provenienti da ogni parte d’Italia. Tra i relatori, il Dott. Gianluigi Brozzoni, curatore della storica guida Veronelli, che ha deliziato gli astanti con una espressiva degustazione e che ha definito Vesbius “un grande vino”, elogiando la capacità di fare impresa del Dott. Andrea Forno, che con il suo Lacryma Christi Riserva “ha messo una pedina al centro della scacchiera”, segnando un solco “che le altre aziende saranno obbligate a seguire, in direzione della qualità". Presente anche il Vicepresidente della Camera di Commercio di Napoli, Fabrizio Luongo, che ha lodato l'operato di Andrea Forno e della sua azienda. Per Brozzoni, Vesbius è “un vino importante e prezioso che non è da bere in qualsiasi modo, ma da assaggiare soltanto in alcuni momenti, quando c'è una grande occasione, un grande amico che viene a trovarci, un pranzo o una cena ricca perchè abbiamo trovato un alimento molto particolare". Il Lacryma Christi “Vesbius” dell’azienda Le Lune del Vesuvio è invecchiato in botte 24 mesi e affinato in bottiglia 6 mesi: è un blend di piedirosso e di aglianico dal sapore persistente e dalla grande ricchezza aromatica, con forti sapori di frutti dolci, maturi, un bell'aroma tannico e toni vegetali che ricordano la macchia mediterranea. “Vesbius” presenta un'etichetta molto curata: un serpente a tre teste annodato al novilunio, che reca dei motivi ispirati ai decori delle ville romane rinvenute nel sito archeologico di Cava Ranieri a Terzigno.
La Luna nuova rappresenta un messaggio di rinascita del territorio, che si riprende dalle disastrose conseguenze della pandemia; un simbolo di buon auspicio, così come il serpente (una coppia di serpenti è raffigurata nel larario rivenuto a Terzigno), che nell’antichità rappresentava il Genius, divinità protettrice delle abitazioni. Ha tre teste perché il nome Terzigno, secondo alcuni storici, deriverebbe da Ter Ignis (tre volte bruciata dalla lava). Il nome Vesbius deriva invece da un’epigramma del poeta romano Marziale: “Hic est pampineis viridis modo Vesbius umbris, Presserat hic madidos nobilis uva lacus” (trad., ecco il Vesuvio, poco fa verdeggiante di vigne ombrose, dove una nobile uva aveva spremuto umidi laghi di vino). Con Vesbius, la Tenuta Le Lune del Vesuvio si fa paladina di un movimento culturale ed economico che potrebbe portare qualità e ricchezza a una terra dalle potenzialità enormi: è il parere di Brozzoni, che ha concluso il suo intervento auspicando che l'azienda di Andrea Forno "trovi molti imitatori". --
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