Vico Equense - Il 15 marzo è stata la giornata nazionale del ‘Fiocchetto lilla’, giunta alla sua undicesima edizione, questa ricorrenza dedicata ai disturbi alimentari è l’occasione per fare un bilancio dei risultati raggiunti e dei passi ancora da compiere per affrontare e gestire al meglio il problema. Le statistiche parlano di 3,5-4 milioni di italiani (il 5% della popolazione, di cui il 70% adolescenti) affetti da disturbi del comportamento alimentare (Dca) che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, rappresentano la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) con circa 4 mila decessi all’anno per le ragazze nella fascia d’età tra i 12 e i 25 anni. Flora Beneduce, primario di medicina interna degli Ospedali riuniti della Penisola Sorrentina e consigliere del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, sui disturbi nel comportamento alimentare e malattie metaboliche delle nuove generazioni. Perché la necessità di istituire un momento dedicato completamente a queste subdole malattie? “Non si tratta semplicemente di un promemoria, e non c’è un’unica risposta a questa domanda, ma molteplici motivi, tra cui il tentativo di diffondere le giuste informazioni riguardo i DCA, smentendo errate convinzioni appartenenti alla maggioranza delle persone, e il voler dare voce a chi ne soffre. In Italia soffrono di queste patologie più di tre milioni e mezzo di persone, con 8.500 nuovi casi all'anno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha considerato tali malattie la seconda causa di morte tra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali.”
Lei è consigliere del presidente della Regione Campania, come si fronteggia questo problema? “Ho accettato con grande senso di responsabilità la delega rispetto alle malattie metaboliche e dei disturbi del comportamento alimentare. Un lungo viaggio, in realtà spesso complesse, dove si è rafforzata in me l'idea dell'importanza di un codice lilla in pronto soccorso, e di quanto la cultura della sensibilizzazione possa fare la differenza. Sento, prima come medico e poi come istituzione, il dovere di ribadire due vocaboli fondamentali nella gestione di queste malattie: empatia e prevenzione. E queste trovano pieno sbocco nella pratica della medicina territoriale ed è per questo che, insieme ad una equipe multidisciplinare, stiamo lavorando a una nuova legge regionale sui DCA. Serve parlarne, ma ancora prima programmare i giusti interventi.”
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