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lunedì 21 marzo 2022

Vico Equense. L’Amministrazione comunale condanni pubblicamente questo gesto

Vico Equense
- Ancora uno sfregio razzista e antisemita. A inizio gennaio una svastica comparve nel piazzale intitolato a Giancarlo Siani, il giornalista simbolo della lotta contro la camorra. Ad accorgersi dell'atto di vandalismo furono gli stessi cittadini che, indignati, fotografarono l'angolo deturpato del piazzale facendo diventare virali le immagini. In questo caso si è risaliti all’autore. “Non abbiamo inflitto particolari sanzioni, - spiega il comandante della polizia locale, Ferdinando De Martino – ma abbiamo intrapreso un percorso di incontri per educare il soggetto. La cosa più importante è fargli capire perché ha sbagliato affinchè non commetta altri errori”. Ieri i simboli dell’odio sono spuntati a Ticciano. Le immagini hanno suscitato come sempre forte indignazione sui social, e stanno rimbalzando su tutti i media. Mi auguro che il caso non venga derubricato a goliardata. Disegnare una svastica è un atto gravissimo, e non può essere considerato una bravata. Non bisogna far finta di nulla. Chi ha fatto questa scritta ci ha solo ricordato che il nostro impegno antifascista e antirazzista non deve rallentare ma deve essere ancora più forte. Chi ha fatto questa scritta sappia che ancora di più oggi sentiamo come dovere morale ed etico quella di combattere chi pensa di riaffermare certe ideologie. Oltre ad auspicare che venga identificato chi ha compiuto questo gesto, mi auguro che la mia città possa mettere in atto, con la partecipazione attiva dei cittadini, una serie di provvedimenti che possano includere incontri e attività, che rinvigoriscano la memoria storica e l’importanza di essa. L’Amministrazione comunale deve esprimere il rifiuto di quei concetti, deve chiudere chiaramente la porta a queste manifestazioni giovaniliste che in realtà sono la negazione del futuro, dunque vecchie, piene di livore e risentimento. È importante rimuovere subito quel simbolo dal muro. Ed è ancor più importante usare le parole pubblicamente per condannare, cosa che non abbiamo ancora sentito, chi probabilmente, ricorrendo alla bomboletta, non è abituato ad usarle, le parole.

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