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domenica 6 marzo 2022

Vico Equense. Libri, Premio Strega: candidato uno scrittore vicano

Giovanna Starace ed Eduardo Savarese
Eduardo Savarese, magistrato, presentato da Elisabetta Rasy con “E’ tardi” 

Intervista di Giovanna Starace per Agorà del 26 febbraio 2022 

Vico Equense - Violetta Valery, Madama Butterfly, la Contessa mozartiana, Carmen, Elektra, Lucia di Lammermoor e Norma protagoniste d'eccezione al Premio Strega 2022 grazie al libro "E' tardi" di Eduardo Savarese, un viaggio nei sentimenti, un affresco di figure femminili che rappresentano l'amore in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue contraddizioni. Eduardo Savarese, scrittore e magistrato figlio della nostra bella Vico Equense, è stato candidato al Premio Strega dalla scrittrice e giornalista Elisabetta Rasy. Il libro E' tardi di Eduardo Savarese è un'opera davvero speciale... scritto con una prosa viva e colloquiale ma straordinariamente limpida che ci narra in modo semplice ma incisivo come l'arte e la vita possano essere felicemente intrecciate, Per queste ragioni lo presento con entusiasmo allo Strega". Con queste parole Elisabetta Rasy ti ha presentato al Premio Strega. Come ti senti? Bella questa domanda, Come ti senti? Nel mondo difficile della competizione editoriale, per cosi dire, bisogna restare coi piedi per terra, Che per me significa restare nella autenticità del proprio percorso di scrittura. Che non ha nulla a che fare con i premi e le recensioni. La vanagloria del mondo bi sogna sempre ricordare di scordarsela vigorosamente di dosso. Ciò detto, le parole della Rasy sono molto belle, sono un riconoscimento, così come la candidatura. Ed essere riconosciuti fa sempre bene al cuore.

 

Nel libro racconti il mondo dell'opera attraverso la figura di sette donne: Violetta Valery, Madama Butterfly, la Contessa mozartiana, Carmen, Elektra, Lucia di Lammermoor e Norna. Quale aggettivo sceglieresti per raccontarle? Non ho dubbi: coraggiose. Donne coraggiose. Coraggiose nell'amore, in particolare. Ne parlavo ieri con una cara amica: la virtù del coraggio ci serve, ed è abbastanza latitante. Il libro è edito da Wojtek, una casa editrice indipendente| nata a Napoli nel 2017. Vuoi raccontarci la sua storia? L' esperienza in Wojtek è stata per me talmente felice da farmi dimenticare quanto sia rara e preziosa (la felicità funziona così, no? Tu la vivi e tutto sembra semplice, la consapevolezza della sua forza, della sua grazia arriva molto spesso dopo, e quando la si perde) Wojtek ha accolto "Il tempo di morire" che nessuno, stupidamente, ciecamente, volle pubblicare. A proposito di coraggio! Furono, nel 2019, editori coraggiosi. Nel 2020, durante il primo lockdown, presi due decisioni. La prima: affidare anche " tardi!" a Wojtek, dove intanto erano entrati Alfredo Zucchi e Anna Di Gioia. La seconda: passare dall'altra parte, cioè diventare anche io editore. Cosa che è avvenuta dal settembre del 2020. Wojtek sta producendo narrativa italiana eccellente e ha avviato una collana raffinatissima di saggistica letteraria, Ostranenie. In più sta cogliendo interessanti e vari titoli di narrativa straniera. E ora due sue libri, il mio e quello di Palomba, sono candidati allo Strega. Wojtek è luogo di profonda libertà intellettuale, dalla ricerca e scelta dei libri alla veste grafica unica realizzata da uno degli editori, Antonio Bobo Corduas, che ha vergato anche sette originali immagini per le sette eroine di "E’ tardi!". E’ un progetto d'insieme ambizioso e spero che, essendo un evidente percorso di eccellenza culturale in Campania, le istituzioni culturali che operano in Campania se ne accorgano e lo valorizzino. E' di questi giorni la notizia che la Corte Costituzionale ha di chiarato inammissibile il quesito referendario sull'eutanasia. Da scrittore hai trattato l’argomento in un libro per me meraviglioso: II tempo di morire. Una delle ultime presentazioni, prima di essere travolti dalla pandemia, fatta nella Parrocchia di Bonea con Don Nino. Da Giudice pensi si arriverà mai ad una legge? Grazie di cuore per la domanda finale. "Il tempo di morire" nasceva da una convinzione profonda: la mancanza di una cultura della morte, oggi. Ed esorta a costruirla, questa cultura. Questo è ancora più vero dopo il naufragio del referendum. La società civile col suo movimento incessante e determinato può spingere il Parlamento. Ma senza la sua spinta, quindi senza il nostro impegno, il Parlamento resterà inerte. E l’esperienza che la Ubik organizzò a Vico Equense, nella parrocchia di Bonea, per me ricordo forte e importante, è proprio un esempio di questo movimento che deve partire da noi. Ma la Ubik di Vico Equense è stata una eccezione. Parlare di morte, pubblicare un libro sulla morte? La risposta istintiva resta ancora: no, grazie. Sai perché amo tanto le mie eroine liriche? Perché sono coraggiose tanto nell'amore quanto nella morte.

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