di Raffaele Lauro, Segretario Generale di Unimpresa
1. Le guerre imperialiste di conquista, di potenza o di colonizzazione, con i loro strascichi di violenze di ogni genere e di eccidi di massa, fino allo sterminio, alla schiavizzazione o al genocidio di interi popoli e genti, nonché di minoranze etniche, religiose o razziali, hanno flagellato la storia umana, in tutti i secoli pre e post cristiani, nell’età moderna e in quella contemporanea, nelle due guerre mondiali del Novecento e in quelle successive regionali, fino ai nostri giorni: la guerra russo-ucraina. Re, imperatori, colonizzatori, dittatori o leader politici, portatori di dottrine rivoluzionarie, hanno sempre “usufruito” di ideologie politiche, religiose, razziali, economiche e di presunte azioni civilizzatrici, per mascherare e giustificare, le “loro” guerre di conquista del potere, talora del tutto pretestuose. A priori, con la propaganda bellicista o, a posteriori, con il contributo sistematico di pensatori, filosofi, cronisti, narratori, poeti, storici e aedi di regime. Non di rado quegli eventi, sanguinosi e sanguinari, sono stati nobilitati, quasi purificati, nel contenuto di poemi epici o in elegie encomiastiche, cantate nella tradizione popolare, creando figure eroiche, paladini e condottieri, capaci di portare la civiltà presso popolazioni barbariche o incarnare lo spirito di un popolo vittorioso, conquistatore e meritevole di guidare, perché superiore, il progresso umano.
Così, le guerre di conquista, edulcorate da tali ideali di gloria, sono state interpretate persino come uno strumento di pulizia contro la decadenza, un’astuzia della Ragione nella Storia, un rilancio di civiltà, nonché come stadi del progresso civile, economico e sociale dell’umanità. Sicché, oggi, la corsa agli armamenti nucleari, non più a soli fini di deterrenza, e il temibile scontro geopolitico tra le potenze nucleari, per il controllo e l’accaparramento di posizioni territoriali strategiche, ricche di risorse naturali (oggi energetiche, minerali e agricole; domani vitali, come l’acqua) sconfessano quella illusoria interpretazione del passato bellico e pongono due interrogativi alla nostra cosciente consapevolezza, non più eludibili e solo apparentemente ingenui: il primo, la terza guerra mondiale sarà una guerra nucleare, quindi porterà all’annientamento del genere umano? Il secondo, il fine esistenziale dell’uomo: l’uomo-Caino non ucciderà soltanto l’uomo-Abele, ma annienterà anche se stesso e rinnegherà, così, la sua intelligenza, messa, improvvidamente, per illusorie conquiste e ideologie, al servizio di strumenti di distruzione globale?
2. Tralasciando gli utili idioti, i quali, con le loro contraddittorie argomentazioni, si schierano, di fatto, con il dittatore del Cremlino (tutti cascami del negazionismo, del nichilismo, del sovranismo, del populismo, del vetero-marxismo, anti occidentale, anti europeo e anti americano, del neo stalinismo e del pacifismo equidistante, tra aggressori criminali e vittime inermi), stupisce la cecità dei leader delle democrazie occidentali, che stentano a prendere atto, dopo otto anni, cioè dal 2014, dell’ideologia che guida Putin, per il quale la conquista, totale o parziale, dell’Ucraina risulta solo una tappa, uno step, del suo obiettivo principale di riscatto millenario della Grande Madre Russia: il “mondo russo” o la “pace russa” (RUSSKIJ MIR), praticamente la sua “battaglia”. Sembrano tutti dei novelli Chamberlain, che pietiscono invano, invocano o chiedono un cessate il fuoco, una trattativa pacificatrice a Putin, come, allora, si illuse di fare il premier britannico a Hitler, mentre il disegno del Terzo Reich era scritto, a chiare lettere, nel “Mein Kampf”! Stupisce come facciano a ignorare i due pilastri teorici, che sono alla base, e nutrono, la pseudostorica e ripugnante ideologia putiniana: la “Nuova Cronologia” del matematico russo Anatolij Fomenko e la “Noomachia”, la dottrina del filosofo russo Aleksandr Dugin, ideologo del regime putiniano e fondatore del Partito Nazionalbolscevico.
3. Secondo Fomenko, la cronologia della storia antica è stata completamente falsificata, nel XVI secolo, da un gruppo di cronisti e di storici, guidati da Giuseppe Giusto Scaligero, con l’obiettivo di cancellare la straordinaria epopea della Russia e dei russi. La storia dell’Egitto, della civiltà della Grecia e di Roma Antica, sia repubblicana che imperiale, lo stesso Cristianesimo, i Vangeli, la Bibbia e il luogo della Palestina sono stati frutto di invenzione, calato in volumi falsi, scritti su pergamene invecchiate, nonché di simileventi del presente storico, reinventati e collocati, come fantasmi, nel lontano passato. Per questa infondata teoria matematica, la storia, vera e documentata, avrebbe avuto inizio soltanto dall’800 (d.C.), o, meglio, dall’XI al XVI secolo, coincidendo con la potenza della Grande Madre Russia. Secondo Dugin, se la storia antica non è mai esistita, ma è stata solo il portato di contraffazioni e manipolazioni, finalizzate a sottrarre ai russi la loro grandezza, diventa necessario affidarsi a un “superuomo”, in grado di ripristinare quelle denegate, potenza e grandezza, dei tanti popoli russi attorno a Mosca, la Terza Roma. Questi (Putin) dovrà distruggere la cultura dell’Occidente democratico, fiacco, malato e ormai al tramonto, a partire dagli Stati Uniti e dall’Europa. In poche parole, viene ipotizzato, come inevitabile passaggio bellico, uno scontro, senza subordinate e senza compromessi, tra due mondi contrapposti, per conseguire la vittoria della cultura russa, vera e storicamente documentata, sulla flaccida pseudocultura delle democrazie, portatrice soltanto di degrado e di negatività. Da qui discende, strumentalmente, l’attuale propaganda russa contro il presunto nazismo occidentale, in primis quello ucraino, dominato dalla corruzione, dallo sfacelo dei cosiddetti diritti civili e dal satanismo, da stroncare, senza pietà, radendo al suolo le città e sterminando le popolazioni civili, soggiogate al diabolico, utilizzando anche le armi atomiche. Appare chiaro, quindi, a chi abbia volontà di capire, in extremis e prima che sia troppo tardi, come il mondo occidentale sia in grande pericolo, non solo per la radicale e fondamentalista ideologia putiniana di aggressione, in se stessa, ma anche per l’illusione dei leader democratici di poterla contenere e contrastare, senza avere la piena cognizione, politica e strategica, dei rischi che stiamo correndo. Quanto queste aberrazioni, storiche e ideologiche, abbiano contagiato, non solo gli uomini del regime e degli apparati russi, legati a Putin, ma anche, sotto la feroce propaganda della dittatura, le popolazioni, urbane e rurali, non è dato, allo stato, di sapere. La risposta potrà venire, se ci sarà, alla fine del regime di Putin, provocata dall’interno, e a seconda di chi prenderà il potere, dopo di lui, nel caos che potrebbe seguire alla disgregazione della Federazione Russa. Se Putin, al contrario, obnubilato dalla sua ideologia, dovesse spingersi a utilizzare le armi nucleari, provocando la terza guerra mondiale, la guerra atomica, la storia umana non avrebbe più possibilità di essere scritta e, tantomeno, tramandata ai posteri.
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