Vico Equense - Nell’ inesistente dibattito politico spunta improvvisamente l’espressione “radical chic”, usata dall’Assessore Ciro Maffucci in un’intervista su Agorà in edicola oggi. Quel termine, dice Michele Serra, “è schiettamente di destra. Da molti anni è largamente e impropriamente usato dalla destra – politici e giornalisti – per bollare di snobismo, di irrealismo, di classismo malcelato, chiunque abbia da obiettare qualcosa alla demagogia populista”. Come nasce l’espressione radical chic. Un po’ di storia dell’espressione è a questo punto d’obbligo. Tom Wolfe, nel suo celebre romanzo del 1970, introduceva il termine e lo consegnava alla storia: i radical chic erano i tipici “rivoluzionari da salotto“, antimilitaristi, hippy, mondani, figli di controculture ribelli e di un consumismo che macinava insieme segni della contestazione e segni del mercato. L’Oxford Dictionary precisa: si tratta «dell’ostentazione», molto alla moda, di idee e visioni «radicali e di sinistra». In francese si usa gauche caviar. In Italia si diffonde grazie a Montanelli. Oggi la locuzione abbraccia altre accezioni. Identifica ad esempio l'atteggiamento di chi è convinto di avere una certa superiorità culturale ed esibisce appena può questa cultura "elevata". Torniamo alle cose di casa nostra. L’Assessore Maffucci, occupandosi di decorso urbano, spesso posta foto relative alla pulizia di strade e aree pubbliche del territorio. In tanti gli hanno risposto che “è la normalità”, non sono cose straordinarie, dunque l’intervistatore gli chiede cosa risponde ai cittadini che fanno queste affermazioni? “Non si tratta dei cittadini, - spiega Maffucci - ma di una minoranza radical-chic-comunista. Secondo loro le cose vanno sempre male, a prescindere… Dovrebbero essere loro a fare le cose, solo così si sentirebbero liberi di non criticare. Non ho ancora avuto il piacere di assistere ad un'amministrazione che si fregiasse di annoverarli tra le menti dell'azione politico amministrativa e per questo gli concedo il benefico del dubbio, per quanto riguarda la bontà delle idee che dicono di avere. La loro è una vecchia impostazione ideologica perdente e ormai sconfitta dalla storia...”
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