Vico Equense - Si celebra oggi a Roma, con una cerimonia nell'aula di palazzo Montecitorio, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del presidente della Camera dei deputati Roberto Fico del presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato, del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, in rappresentanza del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e del capo della Polizia di Stato Lamberto Giannini, la giornata nazionale in memoria delle vittime del terrorismo dell’Italia repubblicana. La data simbolica è stata scelta perché ricade nel giorno in cui fu ucciso Aldo Moro, presidente della Democrazia cristiana, il 9 maggio del 1978. Il corpo del politico fu deposto dentro il bagagliaio di una Renault 4 rubata che fu fatta ritrovare dai terroristi a Roma in via Caetani. Alla cerimonia è intervenuta tra gli altri anche Maria Cristina Ammaturo figlia del vice questore Antonio Ammaturo ucciso a Napoli il 15 luglio 1982, insieme con l’agente scelto, suo autista, Pasquale Paola (foto) di Vico Equense. Bersagli - insieme - della viltà criminale delle Br, e di un intreccio di interessi dei terroristi con la camorra cutoliana, su cui la giustizia non è mai riuscita ad ottenere certezze. Pasquale Paola, originario di Vico Equense aveva 32 anni quando fu ucciso e sin da ragazzino aveva dimostrato uno sviscerato amore per la divisa. La indossò per la prima volta nel 1970, quando entrò nella Polizia. Dopo aver frequentato la scuola di allievi di Alessandria e la scuola sottufficiali di Nettuno, prestò servizio a Torino, Novara e, infine, presso la Questura di Napoli. Nel 1981 fu premiato per servizio di Polizia giudiziaria di speciale importanza.
Con decreto del Presidente della Repubblica, in data 3 maggio 1984, alla memoria dell’agente Pasquale Paola, fu conferita la medaglia d’oro al valore civile con la seguente motivazione: «Autista di funzionario di pubblica sicurezza impegnato in rischiose operazioni di Polizia giudiziaria, assolveva il proprio compito con serena dedizione ed alto senso del dovere, pur consapevole dei rischi personali connessi con la recrudescenza degli attentati contro i rappresentanti delle Forze dell’ordine. Riportava mortali lesioni in un feroce e proditorio agguato sacrificando la vita a difesa dello Stato e delle istituzioni». Le sue spoglie riposano nel cimitero di San Francesco, e sulla lastra di marmo che le racchiude è scritto «A ricordo dei posteri questi grandi eroi non dovranno mai essere dimenticati». La Polizia ha pagato un altissimo tributo di sangue per gli scontri e i vili attacchi compiuti da gruppi eversivi che hanno tentato in tutti i modi di minare lo Stato democratico. Sono 62 i poliziotti uccisi dai terroristi, 62 vittime, 62 storie diverse che raccontano l’estremo sacrificio di agenti caduti nell’esercizio della loro funzione: garantire la sicurezza ai cittadini.
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