Conquiste bloccate dal covid. Bandiere blu, un premio privo di significatodi Agorà
Vico Equense - Qualità del mare, servizi alla balneazione,
prezzi ed accessibilità ai lidi.
Di questi temi parliamo con Francesca
Esposito, impegnata per il superamento delle barriere architettoniche con l'associazione SpiaggiaSuperabile ed è responsabile nazionale del settore sociale per Marenostrum
di Archeoclub d'Italia.
Alle ultime elezioni amministrative a Vico si
è candidata a sostegno di Maurizio Cinque
ed ha raccolto 355 preferenze, risultando il
settimo candidato più votato, pur senza risultare eletta.
Scorrendo i social, l'accessibilità alle spiagge sembra essere proibitiva per molte fasce
di cittadini. Quanto c’è di vero?
E’ verissimo.
Il mare nell' immaginario comune da idea di
libertà, tutti pensiamo al mare come qualcosa di sconfinato e senza barriere... invece ho
dovuto constatare a mie spese che il mare e
le spiagge siano tra i luoghi più inaccessibili
della nostra Penisola sorrentina.
Basta pensare ai cancelli e ai muri, che per
alcune amministrazioni sembrano essere
sempre la soluzione ottimale nei confronti
di chi vandalizza le spiagge, basta pensare
alla quasi totale privatizzazione delle nostre spiagge e soprattutto basta pensare alla
mancanza di una totale accessibilità delle
Marine e dei nostri Lidi.
L’accessibilità purtroppo è ancora un grande tabù, e soprattutto dopo il covid sembra
sempre che ci siano problemi più urgenti e
più importanti" da affrontare
Chi come me si occupa di accessibilità al
mare sa di trattare un argomento di nicchia
perché le problematiche legate a quest'ultimo non si affrontano mai con la dovuta
costanza e con la dovuta serietà, poichè ne
parliamo solo i tre mesi d'estate, poi tutti se
ne dimenticano facendo cadere le problematiche nel dimenticatoio.
Mi dispiace dirlo ma questo è un tipico atteggiamento tutto italiano: amiamo tamponare e non risolve.
Con spiaggia SuperaAbile, avete inciso sulle opportunità reali da offrire alle persone
con disabilità, ma anche sulla sensibilità
collettiva rispetto ad un tema che oggi, finalmente, è stato attenzionato. Cosa è stato fatto fino ad ora e quanto ancora c'è da
fare?
E' stato fatto sempre troppo poco, alcuni lidi
hanno deciso di diventare accessibili per
quanto riguarda le disabilità motorie, ma
quasi nessuno ha mappe tattili per le persone cieche e ipovedenti,
la beffa è che li dove esistono queste ultime
è complicato arrivarci per le persone con disabilità motoria.
Dopo il covid molto di ciò che era stato fatto
è stato azzerato.
Oggi è un po' una sorta di anno zero, spero
che avendo alle porte la direttiva Bolkestein ció possa essere visto come un incentivo per migliorare l'offerta anche in ambito
di turismo balneare accessibile.
Parliamo di tariffe per l'accesso ai lidi. Lo
sdegno dilaga nei discorsi e sui social, eppure le amministrazioni non intervengono per
chiedere ai gestori di calmierare i prezzi. Il mercato non può ledere il diritto dell'accesso al demanio. E allora perché non assistiamo a mobilitazioni importanti?
Perché ci siamo abituati a non essere più
ascoltati.
I cittadini sono stanchi anche di protestare,
Sono avviliti.
Quando vengo contattata noto scoramento
nelle loro parole e questo mi fa male.
Chi amministra le città dovrebbe cominciare a vedere i cittadini come persone che
hanno diritti e doveri, e dovrebbero capire
che migliorare la qualità della vita di un cittadino voglia dire costruire una città a misura d'uomo dove i cittadini diventano essi
stessi tutela del loro territorio, poiché un
cittadino con una qualità della vita alta, sarà
sempre un cittadino che coopererà con le
istituzioni, purtroppo peró tutto questo non
ci pensa mai nessuno e i cittadini vengono
visti sempre e solo come meri voti.
Mare ed ecologia. I comuni della Costiera
insigniti della Bandiera blu, la meritano
davvero? Io e le bandiere blu non siamo molto affini.
Sarà anche un grande riconoscimento, ma
spesso lo trovo privo di reale significato.
I criteri per l'assegnazione delle bandiere
blu non sono solo legati alla qualità delle
acque, non viene premiata la spiaggia con
il mare più cristallino, come molti cittadini
auspicano e pensano.
Purtroppo sulle bandiere blu da tempo abbiamo tanta demagogia alimentata spesso
dalle amministrazioni che in modo maccheronico ci dicono da anni "bandiera blu:
mare pulitissimo", noto ogni anno sempre
più confusione, che spesso viene alimentata
da una cattiva informazione.
I criteri per l'assegnazione dell'ambito riconoscimento danese non parlano solo della
qualità delle acque, ma anche di altro, parlano di servizi, parlano di educazione ambientale, parlano di riciclo dei rifiuti e di depurazione delle acque, parlano di accessibilità, di
viabilità, di servizi per le persone con mobilità ridotta; quindi possiamo ritrovarci in
situazioni in cui spiagge con un mare cristallino quasi da bere non avranno a bandiera
blu e spiagge invece con un acqua balneabile che rientra in determinati range l'avranno
perché rispettano tutti i parametri richiesti.
Il problema serio a mio avviso, sorge quando i dati di goletta verde di Legambiente o
dell'ARPA cozzano con le bandiere blu e
questo inevitabilmente apre tanti dubbi sul
la reale funzionalità del riconoscimento.
C'è una maggiore attenzione da parte dei
cittadini alla salute del mare?
I cittadini oggi si fanno molte domande,
hanno bisogno di conoscere e di sapere.
Vogliono tutelare se stessi e i propri figli
quindi si informano, si organizzano e spesso ne sanno molto più di chi è un addetto
ai lavori.
Il problema è che spesso chi deturpa o inquina pur essendo una minoranza fa danni
enormi.
A Napoli l'anno scorso facemmo una pulizia
spiagge e fondali con 100 cittadini, a noi si
unirono anche tanti bagnanti quel giorno,
la spiaggia libera delle Monache a Posillipo venne ripulita e resa uno specchio, ma
la mattina dopo era un'altra volta sporca.
Eppure io sono certa che quelle siano minoranze, ma spesso fa più rumore un albero
che cade che una foresta che cresce e quei
pochi fanno danni enormi. Abbiamo quindi
bisogno di più controlli e più severità, perché non possiamo più voltarci altrove.
Torniamo a Francesca Esposito. Ci parli
del ruolo che ti è stato affidato recentemente?
Sono molto emozionata, Marenostrum di
ARCHEOCLUB D'ITALIA aps è una
struttura specialistica nata oltre 20 anni fa
e nel tempo ha operato su tutto il territorio nazionale nel settore dei beni culturali
e ambientali costieri emersi e sommersi.
L'attività, coordinata dalla sede nazionale, si
avvale del supporto di tecnici specialisti del
settore ingegneristico, geologico e biologico
marino ed anche OTS (Operatori Tecnici
Subacquei) oltre che appassionati non professionisti.
Da quest'anno hanno deciso di occuparsi
anche di accesso alle aree demaniali per le
persone con disabilità e avendo cooperato
insieme per alcuni progetti napoletani, mi
hanno chiesto di diventare responsabile di
questo nuovo settore.
Progetti per il futuro nel breve e nel lungo
periodo...
Abbiamo deciso di creare un censimento di
tutti i lidi che abbiano una reale accessibilità, ci saranno iniziative per far conoscere il
mondo sommerso e tutte le bellezze archeologiche e naturali anche alle persone con
disabilità. Pensiamo sia importante coinvolgere anche associazioni nazionali che si occupano di disabilità come l'unione italiana
ciechi e ipovedenti.
A ottobre riproporremo la seconda edizione di inclusione e ambiente coinvolgendo le
persone con disabilità del comune di Napoli
e provincia per una pulizia spiagge e fondali
inclusiva.
Vogliamo proporre di destinare una percentuale della tassa di soggiorno al turismo accessibile per migliorare l'offerta qualitativa e
sensibilizzare gli operatori turistici sul tema
dell'accessibilità e dell'inclusione.
Tutto questo sicuramente lo proporrò anche ai comuni della Penisola Sorrentina
perché tanto è stato fatto ma la strada è pur
troppo ancora molto lunga.
Dobbiamo costruire insieme, cooperare
senza personalismi e avversioni politiche un
po' infantili.
Qualcuno dice che "Le barriere architettoniche siano monumenti alla stupidità umana" e
quei monumenti dobbiamo abbatterli tutti
insieme, nessuno escluso.
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