Il ricordo degli ex studenti-atleti. Rosario Climaco: un privilegio averlo conosciuto. Giuseppe Maresca: Santa Maria del Toro luogo dell'animadi Antonio Di Martino da Agorà
Vico Equense - Poco tempo fa è venuto a mancare una delle più grandi personalità che Vico Equense
possa vantare: Mario Savarese, detto anche
Peppe il mister.
Famoso per essere stato il primo che ha avvicinato e invogliato i giovani all'atletica e al
mondo dello sport richiedendo passione e
spirito di sacrificio.
Cosi recita una lettera del professor Rosario Climaco, suo allievo di quegli anni:
Il mio personale ricordo del mister risale all'estate del 1976, quando in occasione dei giochi
alla Marina di Vico, organizzati dall'allora
assessore Enzo Maffucci, venni alla ribalta sia per le gare di nuoto, che per la gara di tiro
alla fune dove la nostra squadra vinse contro
la squadra di Massalubrense, squadra composta anche da una donna e ad un ragazzo di età
non superiore a 15.
Fui avvicinato da questo signore sorridente
esile e gentile che mi chiese di far parte della
squadra di atletica della polisportiva Club
Napoli che si andava costituendo a partire da
settembre.
Cosi negli anni della scuola superiore dal 1976
al 1981 ho avuto il privilegio di far parte della
squadra di atletica tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dal mese di settembre al mese di maggio.
Cisi incontrava nei pressi del Santuario di
Santa Maria del Toro ove ci attendeva il mister
puntuale, berrettino e cronometro al collo, sempre gentile e sorridente,
Aveva una scheda personalizzata per ogni
atleta e con un'enorme passione e pazienza cd
dirigeva negli allenamenti.
In inverno a volte riusciva ad ottenere il permesso per l'utilizzo della palestra scolastica per
non farci allenare all'agghiaccio. Con l'arrivo della primavera ci si iscriveva alle
gare presso i vari siti sportivi come al Collana
al Vomero e si gareggiava con non poche difficolta. La polisportiva a stento riusciva a recuperare
tule, magliette e biglietto del treno, spesso si ci
auto finanziava. La nostra disciplina era povera e non meritava l'attenzione del vari gruppi di potere del comprensorio vicano. A distanza di tanti anni posso affermare che
è stato il periodo più bello della mia gioventù.
Il mister spesso si sostituiva alle famiglie; era
affettuoso ma allo stesso temp0 rigido sulle sue
regole.
Assolutamente non si fumava e non si beveva,
niente attività non compatibili con lo status
di atleta, vigeva una disciplina quasi militare
tanto è vero che quando poi sono stato allievo
dell'accademia navale di Livorno quale ufficiale di complemento, non ho avuto alcun problema di adattamento dato che ero abituato al
mister. Che dire, non sono diventato un grande atleta,
ma l'abitudine al sacrifico, al lavoro duro in silenzio mi ha fatto forse raggiungere traguardi
superiori nella mia vita professionale che senza
l'educazione del mister Peppe forse non avrei
mai raggiunto
La sua, come si evince, era una passione
vera, autentica, nata da una gara podistica;
la famosa "marcialonga', una estenuante
competizione di 22 Km che percorreva le
strade delle frazioni di Vico che è poi proseguita nel tempo per diverse edizioni.
Durante gli anni 70-80 Peppe "il mister"
divenne allenatore di un nutrito numero di
giovani atleti: la gloriosa Polisportiva Club
Napoli.
L'atletica per lui rappresentava lo sport vero,
quello fatto di sacrifici, di rispetto e di amicizia; lo sport inteso come alto valore sociale,
educativo e formativo.
Emerge oltre a questo anche il vivido interesse scolastico per i propri allievi.
Oltre a spronarli nella corsa e in altre attività agonistiche, non mancava mai di incitarli
negli obiettivi scolastici, segno che per essere un grande atleta non bisogna solo allenar
si ma essere anche uomini e donne istruiti.
La vita e lo sport spesso sono come due
facce di una stessa medaglia, bisogna sacrificare anima e corpo, non arrendersi mai e
combattere fino a quando non si è privi di
forze, solo così si potrà raggiungere la vittoria e traguardi sempre più lontani.
Ma oltre a questo il mister, come ricordano
in molti suoi ex allievi, considerava lo sport
anche come momento di gioco e di divertimento, senza costrizioni o eccesso di aspettative, perché come spesso accade si può
perdere anche quando ci si è impegnati al
massimo delle proprie possibilità, l'importante però è aver dato il massimo e essersi
divertiti durante la gara o il tragitto.
Infine, per rendere omaggi0 alla sua memoria ci accompagnano le parole di Giuseppe
Maresca, ora docente di matematica presso
il liceo di Pompei e suo ex allievo:
Oggi a nome di tutti gli atleti lo salutiamo e lo
ringraziamo per i valori che ci ha trasmesso e
non a caso lo facciamo qui, a Santa Maria del
Toro, luogo dove si svolgevano i nostri allenamenti e i nostri incontri. Le mie parole non possono esaurire quello che Peppe ha rappresentato per tutti noi, ci vorrebbe tanto, per celebrare
la grande umanità ed umiltà che erano la sua
era essenza e che certamente resteranno indelebili per tutti noi.
Grazie Mister!
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