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lunedì 18 luglio 2022

Unione dei Comuni: Sagristani Presidente

Il Sindaco di Sant'Agnello in pole per la guida del nuovo organismo

di Agorà

Sant'Agnello - Per l'Unione dei Comuni è stato avviato l'iter amministrativo che deve concludersi con le ratifiche da parte dei consigli comunali. Ma ormai il dato è tratto. Come anticipato dal nostro giornale, le sei amministrazione da Vico a Massa hanno deciso di trasferire al nuovo organismo le competenze su mobilità, rifiuti, politiche sociali, pianificazione urbanistica, marketing territoriale, demanio e trasporto pubblico locale. In questi ambiti d saranno regole comuni per l intero comprensorio. Un passo avanti sulla strada di un cambio di prospettiva nell'affrontare i problemi e per iniziare a superare il municipalismo che ha sempre caratterizzato la penisola sorrentina. Per approfondire la questione, ed esaminare le implicazioni politiche della scelta, abbiamo intervistato il sindaco di Sant'Agnello Piergiorgio Sagristaní, designato già nell'atto di indirizzo firmato dai sindaci come futuro presidente dell'Unione. Alla sua esperienza hanno deciso di affidarsi i primi cittadini. Ma il ruolo è anche un riconoscimento a chi, tra í primi, ha proposto di istituzionalizzare l'approccio comprensoriale ai terni del territorio. Sindaco, dopo l'Unitá d'Italia si disse: fatta l'Italia vanno fatti gli italiani. Parafrasando: fatta l'unione dei Comuni, cosa va fatto? In questo caso la politica è, forse, un passo indietro rispetto alle dinamiche sociali. Sono persuaso del fatto che i cittadini della costiera vivano già da tempo la loro appartenenza ad un'area più vasta che si chiama penisola. Si sentono cittadini equani, metesi, santanellesi, sorrentiní, massesi, carottesi ma l'appartenenza è ad una koinè che si chiama Penisola sorrentina. Quindi, stiamo ratificando già qualcosa che esiste da tempo nella consapevolezza dei nostri cittadini.


 

A che serve l'Unione? A ridurre i costi e migliorare i servizi. Le economie di scala portano benefici. Poi, in pochi chilometri si trovano sei Comuni, impossibile andare avanti in ordine sparso su temi come mobilità e trasporti, anzitutto. Un'unica pianificazione urbanistica, prevedendo dove realizzare le infrastrutture a servizio dell'intero territorio. In questo modo si riduce il consumo di suolo con la dislocazione dei servizi dove ricorrono le condizioni migliori. Inoltre, avere un unico marketing territoriale valorizza il brand Penisola sorrentina. Ma tutti i settori delegati: dal demanio ai rifiuti, passando per le politiche sociali sono destinati a far un salto di qualità. Al di là della funzionalità e dell'efficienza, ci sono anche implicazioni ed ambizioni politiche alla base dell'Unione? Certamente. La penisola, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, non può essere uno dei giganti dell'economia turistica regionale e poi un nano politico. Dobbiamo contare di più, divisi siamo oggetto delle ataviche predazioni esterne. Dobbiamo, invece, affermare il nostro protagonismo. Per farlo è necessario unità d'intenti. L'Uníone, come soggetto giuridico espressione di 80 mila e passa abitanti e di una economia forte, ha una capacità di interlocuzione autorevole con tutti i livelli istituzionali. Su quali fronti non riusciamo ad avere ciò che serve? L'accessibilità alla penisola, anzitutto. La situazione è sotto gli occhi di tutti. Rischiamo l'invivibilità. Va posto un argine, Abbiamo fatto proposte al Prefetto, interfacciandoci con tutti gli operatori del trasporto su gomma, ferro e mare. La vesuviana va cambiata. Cosi com'è è un problema e non una soluzione. Sulle vie del mare sono stati fatti passi avanti importanti, ma serve ancora uno sforzo. Il transito dei mezzi pesanti sulla statale va regolamentato. Ma c'è anche l'esigenza di dare una prospettiva politica a queste ambizioni con un parlamentare della penisola? Passo dopo passo e con calma. L'approccio è quello giusto. L'Unione è una conquista importante, il resto deve venire in modo naturale. La penisola puó contare su Giuseppe Tito in città metropolitana che sta facendo molto e bene. Poi, c'è Gennaro Cinque in Regione con cui è opportuno imbastire una discussione sulle priorità del territorio da portare in consiglio regionale. Resta il Parlamento è vero, ultima cittadella della politica da conquistare. Abbiamo il dovere di provarci per creare una filiera istituzionale in cui far valere gli interessi  della penisola sorrentina. 

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