Vico Equense - Venerdì prossimo, 15 luglio, saranno trascorsi 40 anni dalla morte di Antonio Ammaturo, allora capo della Squadra Mobile di Napoli, e dell’agente scelto Pasquale Paola, bersagli della viltà criminale delle Br, e di un intreccio di interessi dei terroristi con la camorra cutoliana, su cui la giustizia non è mai riuscita ad ottenere certezze. Pasquale Paola, originario di Vico Equense, aveva 32 anni quando fu trucidato in piazza Nicola Amore a Napoli, e sin da ragazzino aveva dimostrato uno sviscerato amore per la divisa. Il fratello, Tonino Paola, in un'intervista lo ricorda così. “C’è tutta una retorica dell’abnegazione al lavoro che sembra scontata, ma io posso testimoniare che mio fratello amava profondamente il suo lavoro. Aveva lasciato Vico Equense appena diciottenne e, quando tornava, non perdeva occasione per parlare del suo impegno nella Polizia, del valore degli uomini che lo circondavano, del significato che assumeva per lui la divisa ogni giorno, come baluardo della nostra democrazia”. Pasquale Paola indossò la divisa per la prima volta nel 1970, quando entrò nella Polizia. Dopo aver frequentato la scuola di allievi di Alessandria e la scuola sottufficiali di Nettuno, prestò servizio a Torino, Novara e, infine, presso la Questura di Napoli. Nel 1981 fu premiato per servizio di Polizia giudiziaria di speciale importanza. Con decreto del Presidente della Repubblica, in data 3 maggio 1984, alla memoria dell’agente Pasquale Paola, fu conferita la medaglia d’oro al valore civile con la seguente motivazione: “Autista di funzionario di pubblica sicurezza impegnato in rischiose operazioni di Polizia giudiziaria, assolveva il proprio compito con serena dedizione ed alto senso del dovere, pur consapevole dei rischi personali connessi con la recrudescenza degli attentati contro i rappresentanti delle Forze dell’ordine. Riportava mortali lesioni in un feroce e proditorio agguato sacrificando la vita a difesa dello Stato e delle istituzioni”.
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