Sergio Costa e Carmen Di Lauro a Faito |
di Vincenzo Lamberti da Metropolis
Carmen Di Lauro, parlamentare uscente del Movimento Cinque Stelle. Perché ritiene che i cittadini debbano ancora credere nel Movimento? «Nei giorni precedenti abbiamo lanciato una campagna, si chiama "dillo ad alta voce": la campagna si riferisce ai risultati raggiunti dal Movimento 5 Stelle che in poco tempo ha portato il Paese a livelli inediti di giustizia sociale Conte, subito dopo le elezioni riprenderemo il discorso della strutturazione territoriale del movimento 5 stelle: indispensabile per l'ascolto dei territori e il rilancio del Movimento stesso». Nel 2018 il Movimento ha raccolto oltre il 34% delle preferenze: ora i sondaggi vi danno al 12%. Cosa è accaduto in questi anni secondo lei? «E' abbastanza prevedibile e fisiologico che una forza politica che sta Governo perda consenso. Sicura mente ci saranno stati degli errori ma si è trattato anche della nostra prima volta al Governo durante una delle legislature più difficili della storia della Repubblica italiana». E' anche vero, però, che sempre secondo i sondaggi di qualche mese fa il M5S doveva quasi sparire. Invece reggete soprattutto al Sud. Perché? «Nei nostri territori votare il centrodestra significa, quindi, votare la Lega che propone nei punti del suo programma l'autonomia differenziata, una misura antistorica che danneggerebbe forse irrimediabilmente il sud e in generale il nostro Paese. Questa misura prevede che lo Stato centrale deleghi certe attività ad alcune regioni che ne fanno richiesta che riceverebbero quindi finanziamenti e risorse calcolate in base al criterio della "spesa storica": questo significherebbe che le regioni del nord che hanno speso negli ultimi anni di più rispetto al resto del Paese in alcuni ambiti, come salute o mobilità, avranno ancora più risorse dallo Stato, sottraendole invece a quelle regioni dove dovrebbe esserci invece un maggiore investimento per colmare il divario strutturale che ben conosciamo.
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