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mercoledì 19 ottobre 2022

Intervista a Giuseppe Tito: «Resto dentro i Dem»

Il sindaco di Meta parla dopo aver superato la crisi del suo governo cittadino. «Riassegnerò le deleghe: dal Giro d'Italia al turismo, tante cose ancora da fare» 

di Mauro De Riso da Metropolis

Meta - L'ultimo baluardo del centrosinistra in penisola sorrentina. Ed anche l'unico rappresentante dei comuni costieri nel Consiglio metropolitano di Napoli. Ama definirsi sindaco del popolo, Giuseppe Tito. Ma intanto il suo castello ha rischiato seriamente di crollare dopo le Politiche. Il dualismo tra la sua militanza dem e la candidatura dell'assessora Biancamaria Balzano col Terzo Polo aveva generato incomprensioni proprio nell'area vicina al Pd, che aveva fatto mancare il numero legale in consiglio comunale. Le dimissioni di Tito avevano aperto una piccola crisi, rapidamente rientrata. Ed è ancora lui in prima linea anche per la tappa-evento del Giro d'Italia che a maggio 2023 tornerà in penisola sorrentina dopo un ventennio. Sindaco, ieri ha ricevuto anche l'endorsement di Gaetano Manfredi per aver contribuito a riportare la Corsa Rosa in costiera. «E’ indubbiamente un grande risultato per tutta l'area metropolitana, che sarà attraversata dai campioni del ciclismo. Ringrazio Manfredi e il vicepresidente Giuseppe Cirillo, che fa parte come me del gruppo progressisti e riformisti in Città Metropolitana. Il Giro sarà una grande opportunità di rilancio che sono certo sapremo cogliere appieno». Ma sarà una bella sfida anche per la penisola sorrentina. «Certo. Il Giro d'altra parte qui mancava da 23 anni. Ma c'è anche un altro aspetto che mi piace sottolineare: la sinergia e l'unità di intenti fra noi sindaci della penisola sorrentina su alcune tematiche fondamentali per lo sviluppo dei territori, come ad esempio la viabilità che è al centro di un tavolo permanente col Prefetto di Napoli, che ringrazio per l'attenzione e la disponibilità che ha mostrato».


 

Eppure qualche settimana fa questa sinergia stava rischiando di smarrirsi con le sue dimissioni. «In realtà la situazione è molto semplice: io sono stato eletto con una coalizione civica. E la maggior parte della squadra di governo cittadino ha sostenuto la Balzano, assessore della mia giunta ed anche unica candidata del territorio. Ma io ho votato per il mio partito». Quale partito? L'equivoco, di fatto, era diventato lecito. «Ho votato per il Partito Democratico. La mia appartenenza politica è chiara, anche se ora sono "sospeso". Sono sempre in linea con le posizioni del Pd e del governatore Vincenzo De Luca». Quindi tutte le nubi si sono dissolte? Intanto la giunta è ancora in stand by. «La correggo, gli assessori sono ancora tutti in carica. Ho semplicemente azzerato le deleghe e presto sarà intavolato un confronto in maggioranza per riassegnarle. C'è un anno e mezzo di mandato da concludere con un finale travolgente». Ha grandi progetti, a quanto pare. «Potrei elencarli tutti: il restyling della villa comunale, il teatro polifunzionale, il palazzetto dello sport, le opere di riqualificazione di un'area Peep con le case popolari, il recupero funzionale di via Antonio Caruso. Si tratta di interventi per un totale di 6 milioni, tutti finanziati con fondi intercettati dalla mia amministrazione, senza spendere neppure un euro dalle casse comunali». Qualche opera probabilmente dovrà completarla il suo successore. «Dietro questi traguardi si nasconde la parola magica: continuità. Non saremmo riusciti a realizzare tutto ciò senza la continuità amministrativa dei due mandati e del "Patto per Meta" che confido possa restare intatto anche in futuro. Perché io sono pronto a ricandidarmi». Ma dopo il secondo mandato non potrà fare il sindaco. «Infatti mi candiderò da consigliere comunale. Il candidato per la successione è il mio vicesindaco Pasquale Cacace, con il quale potremo continuare il nostro progetto al servizio della comunità metese».

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