di Gian Luca Pisacane da Famiglia Cristiana
Un mese fa lo chef Antonino Cannavacciuolo ha ricevuto la terza stella Michelin per Villa Crespi, che si trova sul Lago d'Orta. Nato a Vico Equense, pluripremiato, la sua fama supera i confini della cucina. È anche un personaggio televisivo affermato, protagonista di Masterchef Italia, uno show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, in onda dal 15 dicembre su Sky e in streaming su Now. Ad affiancarlo nella giuria ci sono Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli. È stato anche al Festival di Sanremo, poi Cucine da incubo, Celebrity Masterchef. «Ormai Masterchef Italia è un programma con una sua identità ben riconoscibile. Ogni anno c ' è qualche novità. In questa edizione ci sono molte più "esterne", dove si fa gruppo, nascono strategie, si lavora in brigata. Abbiamo ospiti importanti, una pioggia di stelle Michelin. Parliamo di tradizione, innovazione. Ma soprattutto ci sono venti giovani da tutto il mondo che danno spettacolo», spiega Cannavacciuolo. A proposito di stelle Michelin, lei ha appena preso la terza. «È il massimo riconoscimento che una persona possa ricevere nel proprio lavoro. È un premio che vale una vita, un sogno che si è avverato, una sensazione unica. Non sono tanti ad averla. Alcuni grandi chef ci hanno dedicato l'esistenza, senza riuscirci. Per me è un orgoglio. Rivedo tutto: la mia vita per essere come tè". E l'artista ha risposto: "L'ho fatto". Io ho quarantasette anni. Ogni mattina penso ai fornelli, a nuove formule, a fare team, a viaggiare collegando ogni sensazione alle ricette. In vacanza andavo in spiaggia e mi portavo i libri per scrivere i menù della stagione successiva. Quando mangio, ragiono su come posso migliorarmi. Essere uno chete come un tatuaggio, fa parte di te».
A ogni stella ricevuta, si è unito anche un evento importante nella sfera privata. «È vero, un caso ma è così. Nel 2003, a ventotto anni, ho preso le tre forchette del Gambero Rosso. Poi è arrivata la prima stella insieme al matrimonio. Quando è nata mia figlia, ecco la seconda. Non ci credevo. Oggi la terza, nel giorno dell'anniversario con mia moglie. E ancora: le nozze d ' oro dei miei genitori, dei miei suoceri. Ho visto la gioia di mio padre». Qual è il valore della famiglia? «È il fondamento della casa, la forza. Una volta prendevo le cose alla leggera, poi quindici anni fa è nata Elisa, ed è cambiato tutto. Ho iniziato a pensare al futuro, alla crescita. Sono diventato un imprenditore, per lasciar loro qualcosa. Sono liberi, ma se vorranno continuare saranno i benvenuti. La mia seconda famiglia sono i miei collaboratori. Ormai sono trecento, divisi tra ristoranti, negozi e alberghi. Siamo un bei gruppo, con parecchie attività aperte». Che consigli darebbe a un giovane che vuole seguire le sue orme? «Non smettere mai di studiare. Il liceo linguistico è importante. Già dai quattordici anni nel tempo libero fare esperienza nei ristoranti, girare il mondo, e infine tornare alle origini, aprendo una propria cucina». Secondo lei esiste un legame tra cibo e religione? «Sicuramente. Ciò che mangiamo è collegato a tutto, pensiamo alla tavola degli apostoli, all'ultima cena, all'acqua trasformata in vino. Non sono praticante per questioni di tempo, però sono credente». La ricetta di Cannavacciuolo per il Natale per Famiglia Cristiana! «Non voglio consigliare un piatto, sarebbe troppo facile. È un periodo difficile, bisogna uscire dagli schemi. Questa è la mia idea; mangiare la metà delle cose, dando l'altra metà a qualcuno che non riesce a fare la spesa. Bisogna donare con il cuore a chi è in difficoltà. Sono in tanti a essere meno felici, e noi possiamo contribuire a migliorare le loro giornate. Il Covid, la guerra, ora le frane: serve positività aiutando gli altri. La società sta prendendo una deriva negativa e non dobbiamo permetterlo. Bisogna restare esseri umani, nonostante le difficoltà. Parlo di un po' di spesa, del pane, del latte».
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.