Michele Tatarelli (foto), ex comandante
della Polizia Municipale, oggi in pensione, scrive al settimanale Agorà per segnalare fatti e circostanze che ritiene
meritevoli di attenzione sui lavori in corso
lungo la Raffaele Bosco. Egregio Direttore,
mi rivolgo a Lei nella speranza che contribuisca ancora di più e con maggiore efficacia, affinchè in questo nostro meraviglioso
e civile paese, si possa ottenere una schiarita
di idee.
I confronti e gli scontri civili sono vita in
questa nostra piccola e democratica comunità, ciò nonostante avverto sempre di più
insofferenza, intolleranza, aggressività e dispetti, spesso seguiti da azioni riprovevoli.
In sintesi noto con maggiore frequenza che
chi amministra reagisce non sempre garbatamente alle lamentele del cittadino, e, non
nel merito della stessa ma, per il solo fatto
che ci si lamenta, e, questo non va bene.
Dall'altra parte con maggiore frequenza chi
e amministrato non sempre espone le proprie lamentele con garbo, e, questo neanche
va bene.
Credo che alla base di tutto, mi sia consentito, manca una efficace informazione, dovuta
anche ad una carente comunicazione, specie quella istituzionale.
Il cittadino deve sapere e deve poter apprezzare quanto fa con sforzi chi amministra.
Un ruolo per niente facile, e, proprio per
questo che a mio avviso scatena i social.
Privilegio per pochi barricati a difendere
senza alcun ragionevole limite le proprie
idee, e, le fazioni del faccio e del non fai
bene.
Un ruolo assente è delle minoranze, e, mi
spiego.
Mentre chi ha dato fiducia alla compagine
politica che amministra dà per scontato che
tutto va bene, chi ha votato per le minoranze dà per scontato che tutto potrebbe essere
fatto diversamente e meglio.
Certamente per carenza di informazione e
di comunicazione con la maggioranza, inspiegabilmente con le minoranze.
Sarebbe bello assistere al confronto tra chi
deve adottare dei provvedimenti ed i rappresentanti politici delle minoranze, o, con i
rappresentanti di categoria, o, con i cittadini
sui quali ricade il provvedimento.
Far si che il cittadino si senti partecipe e non
destinatario/obbligato ad accettare pena la
punizione, e, senza neanche potersi rendere
conto della bontà della motivazione, subendo inspiegabilmente il metodo e i tempi che
vengono imposti senza alcuna condivisione.
In sintesi diciamo che il metodo democratico impone autorevolezza, e, non "autorità".
Il male maggiore lo soffre la democrazia, e, i
provvedimenti adottati senza confronto, informazione e comunicazione fanno pensare
a regimi seppure fantasiosi e fuori da questo
tempo.
Mi permetto di citare un solo fatto che riveste carattere pubblico sia sul piano economico-sociale che su quello della sicurezza:
gli interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria della R. Bosco.
Tutti sappiamo che ormai la nostra principale arteria è congestionata.
Ci siamo riusciti. Quasi impossibile è diventato percorrerla ordinariamente ed in sicurezza, cosi come parcheggiarvi anche per
brevi esigenze.
Siamo riusciti ad interrare di tutto con inevitabili interventi di scavi ripetitivi e sistematici.
Adesso per ogni intervento programmato
o non, bisogna intervenire con la sospensione della circolazione, e, se fortunati con
la circolazione alternata con minori danni e
disagi per chi vive ed opera nella zona alta
del territorio.
questi ultimi giorni, senza entrare nel
merito delle valutazioni delle motivazioni e
modalità di esecuzione dei lavori che hanno interessato il tratto parcheggio di Bonea- ristorante l'Uliveto, quello che fa riflettere che a valle ed a monte di tale tratto della
R. Bosco, la carreggiata presenta evidenti esigenze di intervento, il che significa che a breve ed in più riprese la R. Bosco sarà chiusa alla circolazione.
Il solo pensiero è intollerabile. Possibile che proprio ai lavori pubblici non ci sono menti
per pensare, per programmare e tutelare il
"cittadino-sovrano"?
Ecco il nesso logico con la premessa della
presente: che voce hanno le minoranze; le
associazioni di categoria; i tecnici comunali
ed infine i cittadini che non sono gli ultimi,
perché tutti dovrebbero operare nel rispetto
dello stesso "cittadino-sovrano".
In democrazia chi amministra deve pretendere il ruolo delle minoranze, deve pretendere il confronto perché solo in questo
modo si opera al meglio per il "cittadino
sovrano, che tale lo si fa sentire solo in campagna elettorale, e, non vado oltre.
Le minoranze e le rappresentanze di categoria debbono parlare e farsi ascoltare e questo
non significa intralciare, pretestuosamente,
l'operato di chi amministra e male, in tale
caso.
Il "cittadino-sovrano" è vittima di tutti coloro che omettono o male lo rappresentano.
Peccato che il senso di appartenenza non lo
si dimostra al cittadino, o, per lo meno cosi
appare.
La strategia e la tattica servono se si vuole
perseguire uno scopo ma, se questo non lo
si raggiunge, come lo dimostrano le condizioni in cui versa il nostro territorio, occorre
prevenire e contrastare energicamente ogni
palese abuso o sopruso che ingiustamente
viene destinato al "cittadino-sovrano'.
Caro Direttore dia forza alle diverse voci ed
opinioni come egregiamente già fa, lo deve
fare meglio e più efficacemente, in questo
paese appare evidente che qualche problema si può prevenire o risolvere con la buona
volontà, e, bisogna rimarcare un tracciato
allo stato molto superficiale.
Evitiamo personalismi e preconcetti e lavoriamo tutti per Vico Equense. Grazie e buon lavoro
Michele Tatarelli
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