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sabato 14 gennaio 2023

Anche i rifiuti ingrassano

di Filomena Baratto

Il nostro stile di vita si evince dai rifiuti. Dicono molto di noi: se sciuponi o parsimoniosi, la nostra dieta, il nostro badget mensile, le preferenze di acquisti e spesa in genere, i nostri gusti e abitudini e molto altro. Dalle scatole potremmo rilevare gli alimenti comprati ma tra l’umido ciò che abbiamo buttato. E’ lì, negli avanzi, che si nasconde il nostro vissuto non solo in relazione alla dieta. Durante le vacanza la spazzatura lievita a dismisura. A guardare i contenitori stracolmi c’è da chiedersi come sia possibile buttare il cibo. Scatole di salmone, uova, liquori e cioccolate, pandori e panettoni, frutta secca e dolci. Per non parlare delle buste di plastica, nastri colorati su confezioni ricevute, con fiocchi esagerati, che non sappiamo cosa farne, una volta aperta la confezione. Nell’umido gli avanzi di questi giorni sono soprattutto di pesce, per ogni chilo, trecento grammi di scarto, gusci d’uova, resti di pollame, carne cruda e cotta avanzata, ricotte e mozzarelle rimaste al freddo del frigo per giorni e miseramente finite nella spazzatura, insalate, paste imbottite e minestre andate a male. La plastica conferma i nostri acquisti con le vaschette trasparenti per ogni alimento a cominciare dal pesce, a quelle tolte dalle confezioni, alle carte plastificate di regali, a quelle della pasta. La spazzatura è un vero serbatoio di notizie su di noi, ma parla anche dei nostri sprechi. Non solo abbiamo comprato l’impossibile, ma consumato e sprecato. Mangiare oltre misura non significa festeggiare, è lo stare insieme, l’esserci a fare la festa. Continuiamo a rimpinzarci quando abbiamo bisogno di molto altro e a buttarci in mille pietanze quando ce ne bastano due a pranzo.


 

Siamo degli spreconi, convinti che comprare sia un nostro dovere e se non lo facciamo, andiamo contro il nostro interesse. Se non mangiamo il pandoro e se non lo regaliamo come farà l’azienda a produrre e mantenere i posti di lavoro? Se non ci abbuffiamo di salmone che senso ha allevarlo? Se non consumiamo litri di spumante o di champagne per chi si continuerà a produrli? La legge del consumismo è spietata, non lascia alcun margine di cambiamenti ai nostri stili di vita, ma i fornitori ci vengono incontro. Si adoperano con confezioni e quantità su misura: porzioni monouso, crostini mignon, mozzarella light, l’olio che regge le alte temperature, purchè si compri, sempre e incessantemente. A vedere la nostra ricca e succulenta spazzatura viene un nodo alla gola ben sapendo che in altre parti del mondo si nutrono proprio di questi resti. E noi lasciamo avanzare il salmone, il caviale, lo champagne, i crostacei, i dolci, altrove non hanno nemmeno un filo di pasta o un decilitro di latte e pane per sfamarsi. Il mondo va a velocità diverse, troppo sostenute o lentissime e non è che abbuffandoci vivremo di più, il benessere accorcia la vita. Confrontate le merende di oggi per i bambini con quelle di una volta fatte di pane e l’olio o il pane di grano col pomodoro, formaggio e origano, frutta profumata e senza pesticidi, il latte vero, le cotogne, un vero carico di energia. E i pranzi semplici fatti di pasta col sugo piena di pezzetti triangolari di pasta spezzettata dove ci si inzuppava il pane fino a farne indigestione. Allora il poco era tutto, oggi tra tante pietanze non ritroviamo il piacere di mangiare sano. La nuova generazione si nutre di alimenti light, integratori, energetici, barrette a tutta dieta, latte che porta allergie, latticini pieni di caglio e poco latte quando non è un surrogato, carni piene di antibiotici e ormoni. Si passa da diete ingrassanti con tutti questi alimenti poco sani a diete ipocaloriche e insignificanti. Se la spazzatura potesse parlare, avrebbe da dire molto, sempre così affollata di generi alimentari, di odori nauseanti. Una dieta servirebbe anche a lei e tutt'al più, solo ogni tanto, si ritroverebbe a scambiare quattro chiacchiere con un eventuale alimento superstite, faccia a faccia con un dialogo del tipo:” "Come mai ti trovi qui?" "Si sono dimenticati di me nel frigo, quando mi hanno trovato, finalmente, era ormai troppo tardi. Senti che olezzo mi porto dietro?" "Infatti, mi ero appena pulita e mi hai infestata, speriamo arrivi qualche buon odore a compensare, altrimenti staremo fino a domani in una insofferente compagnia!" "Mi dispiace, ma non è colpa mia. La muffa non mi ha fatto bene in tutti questi giorni. Per puro caso, oggi, la padrona ha spostato un contenitore e, toh, mi ha tirato fuori. E pensare che quando mamma mi ha deposto nel pollaio, ero di una freschezza unica!" "Ma sei anche il genere più puzzolente che ci sia tra gli alimenti, quando non sei fresco, caro uovo!"

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