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sabato 28 gennaio 2023

Città Metropolitana, Manfredi “No all'elezione diretta dei sindaci metropolitani”

Napoli - "Sono perfettamente d'accordo con la posizione di Nardella. La sua posizione è stata concordata con tutti i sindaci delle aree metropolitane: abbiamo bisogno di strumenti che migliorino la governance e non che creino ancora più frammentazione di competenze". Lo ha detto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi rispondendo ai cronisti che, a margine del sesto congresso della Camera del lavoro metropolitana, gli chiedevano un commento su quanto detto dal sindaco di Firenze e coordinatore Anci delle Città metropolitane Dario Nardella, contrario all'elezione diretta dei sindaci metropolitani. “Le città metropolitane – ha spiegato Nardella – rappresentano il 37% del Pil nazionale e sono enti ai quali la Costituzione riconosce autonomia e status proprio. Tuttavia vengono spesso associate in modo superficiale alle Province e a volte trascurate dalle norme”. “La legge 56/2014 è stata importante, e sarebbe un grave errore un ritorno al passato, in particolare – ha continuato il sindaco di Firenze – modificare l’identificazione del sindaco metropolitano con il sindaco del capoluogo. L’elezione diretta, infatti, con tutto ciò che ne consegue, costerebbe circa un miliardo di euro e porterebbe ad una dualità di figure, appunto il sindaco del capoluogo e quello della Città metropolitana, con inevitabili sovrapposizioni e conflitti”.


 

“Semmai – ha rimarcato Nardella – si dovrebbe intervenire per prevedere l’inserimento di un programma di mandato da far votare al Consiglio metropolitano e della giunta metropolitana quale organo di supporto al sindaco. Bisogna far andare avanti il Paese, non tornare indietro con scelte anacronistiche”. Durante la replica, sollecitato dai commissari, Nardella ha ribadito la contrarietà dell’Anci all’ipotesi di abbassamento al 40% della percentuale richiesta per l’elezione del sindaco nel turno di ballottaggio: “Sarebbe una forma di deterrenza alla partecipazione democratica, che va evitata. Riteniamo la legge di elezione diretta del 1993 – ha aggiunto – il sistema elettorale migliore, che nel tempo ha garantito governabilità e bilanciamento dei poteri”. “Così come – ha concluso – ribadiamo la necessità di permettere l’elezione per il terzo mandato a prescindere dal numero di abitanti dell’ente”.

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