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Ph Dario Russo |
Vico Equense - Faito è ancora imbiancato e molti incantanti dallo spettacolo suggestivo hanno pensato di salire in montagna per ammirare lo spettacolo dei boschi innevati. Un'attrazione imperdibile per i tanti che domenica hanno scelto la cima più nota dei Monti Lattari per trascorrere qualche ora di relax. Una speranza che è andata a sbattere con l'autentica odissea che ha contraddistinto anche questo weekend. Traffico in tilt: un’ora e mezza per salire e lo stesso per scendere. Funivia chiusa. E anche l'ottocentesca strada che dal regio sito di Quisisana a Castellammare conduce alla sommità dell'antico monte Aureo è chiusa da anni, l'unica via di accesso alla vetta resta la via Raffaele Bosco da Vico Equense. “La neve di questi giorni ha risvegliato un forte interesse dei cittadini per il Monte Faito. - spiega il consigliere di maggioranza
Vincenzo Cioffi - In tanti, forse troppi, non ben equipaggiati e poco controllati, in questi giorni, sono saliti sulla montagna.” Con i giusti interventi, potrebbe diventare una meta turistica ambita, è l’augurio di Cioffi, che invita la politica a ragionare in questo senso. Il Consigliere di maggioranza fa anche un appello all'Ente Parco, “a cui spetta la promozione del territorio montano e l'apporto di eventuali miglioramenti per rendere il Faito meta di turismo invernale.” “Tutto ciò – continua Cioffi - dovrebbe essere supportato dall' acquisto di mezzi per la pulizia delle strade, e messa in sicurezza di alcune aree, coinvolgendo tutte le attività alberghiere, extralberghiere, della ristorazione, con pacchetti turistici attrattivi.”
Il rilancio del Faito passa anche dal miglioramento delle infrastrutture elettriche, idriche, fognarie e, in generale, di tutti i sottoservizi stradali che necessitano alla montagna, che è di proprietà della Regione e della Città Metropolitana. Poi ci sono i comuni di Vico, Castellammare e Pimonte. E ancora il Parco regionale dei Monti Lattari. Sulla Regione senza alcun dubbio grava l'onere principale di salvare il salvabile e, soprattutto, di progettare il futuro. E poi ci sarà da riattivare la strada da Quisisana, iniziare la lotta al randagismo, ripopolare la fauna selvatica, sistemare i sentieri e la segnaletica. E tanto altro ancora. Una cosa è certa: la «scalata» del Faito sarà più impegnativa di quella del K2.
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