di Filomena BarattoI giovani di oggi, secondo i sondaggi, prediligono il genere fantasy, l’unico a condurli alla lettura. Una scelta in linea con la loro filosofia di vita. La nuova generazione vive soprattutto il presente, l’oggi, mostrando poco interesse per il passato e i progetti nel futuro, troppo lontano per qualsiasi previsione. Vivono il momento e, se non in linea con le loro attese, preferiscono immaginarlo, chiudendosi in un mondo fantastico, fatto di storie ricche di elementi meravigliosi. Il loro interesse va per le saghe infinite del tipo Il Trono di spade, Harry Potter, solo per citarne alcune.
Niente è scontato, la vera protagonista è la fantasia, che muove in un campo ampio e libero, capace di costruire e demolire, inoltrarsi in zone sconosciute che solleticano la curiosità. Scuotere è ciò che il giovane chiede alla lettura, perdersi, costruire oltre la realtà, sempre lineare e prevedibile. La fantasia è il rifugio di oggi, preserva dalla noia di una vita normale.
I precursori del genere fantasy hanno radici già nei miti, passando per le fiabe, i racconti, le novelle, i cantari di una volta, romanzi francesi e rifacimenti italiani, il romanzo gotico. Ogni racconto aveva qualcosa di magico, soprannaturale, tenebroso che incantava chi ascoltava. Le mille e una notte racconta di fiabe fatte di realismo e magie. Gli elementi del fantasy sono poi personaggi tra l’umano e il soprannaturale, con poteri straordinari. Sono forniti di mezzi e strumenti per trasformare la realtà in base ai desideri: bacchette magiche, pozioni, incantesimi, veleni, e poi orchi, elfi, personaggi mostruosi che possono essere buoni o cattivi.
Nel genere fantasy si avvera l’impossibile, in una lotta infinita tra il bene e il male. La saga si protrae fino a quando non si esaurisce la fonte, l’ispirazione che ha portato quella determinata storia.
D’altronde la fantasia non è un mondo scollegato dalla realtà, è un altro modo di affrontarlo e poggia sempre su una base reale, nasce osservando il momento da cui emerge qualcosa di nuovo e rielaborato. Il genere fantasy si avvicina molto al mondo virtuale che già viviamo e dove può accadere di realizzare i nostri desideri. Non è un genere inferiore, anzi, bisogna avere una capacità di evasione totale per giungere a produrre qualcosa di molto coinvolgente.
L’Orlando Furioso è la prima opera moderna, antesignana del nostro fantasy. L’Ariosto riprende l’Orlando innamorato, di cui amplia e rimodella la materia trattata dal Boiardo, che aveva anticipato e usato la tecnica della suspense, con interruzioni continue durante la narrazione, per passare ad altri argomenti di volta in volta. L’aspetto magico, i castelli, l’ippogrifo, l’anello fatato, le ampolle del senno perduto, le magie si perdono all’interno dei quarantasei canti dell’Orlando Furioso. L'opera fu composta per celebrare la famiglia Estense di Ferrara, di cui era ospite l’Ariosto.
L’autore fa scaturire l’opera dal fatto che i rapporti umani sono costruiti su false apparenze e immagini e, attraverso la magia e la simulazione, si ha un rovesciamento della realtà. Un mondo dove ci si perde ripetutamente, tanto che gli uomini smarriscono tutto, anche il senno, che va ripreso sulla Luna, come Astolfo va alla ricerca di quello di Orlando, dopo l’avvenuta pazzia per il tradimento di Angelica. E’ questo un mondo fantastico che si oppone al reale terrestre.
E’ la follia a dominare l’esistenza che è poi la vera saggezza. L’opera, nata anche sulla scia dell’Elogio della follia, di Erasmo da Rotterdam, si fonda sulla precarietà dei rapporti tra gli uomini, compreso l’amore che non può essere mai realizzabile completamente. E' accattivante per non avere un’unica realtà oggettiva ma tanti punti di vista, talvolta anche contrastanti. Aspetto questo che aderisce perfettamente alla visione relativistica del nostro tempo. E per scovare in ogni situazione il suo contrasto, l’autore usa l’ironia, un modo per legittimare situazioni sempre diverse. L’Orlando Furioso è il poema dell’armonia, come lo definì il Croce. In esso ogni cosa è messa in discussione e rovesciata. Mette in dubbio ogni valore assoluto e certezza comprovata. E’ un modello cui si rifà il fantasy, che piace per evadere dal mondo reale e mantenersi in un altro distante, rispondente alle richieste tendenti a portare ciò che non è preso in considerazione.
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