Carissimo Lucio, poche parole posso aggiungere, in questa dolente ricorrenza, piena di nostalgia, del Tuo (mancato) ottantesimo genetliaco, ai miei sempre vividi sentimenti di gratitudine, calati nel testo della canzone, che Ti ho dedicato, “Uno straccione, un clown”, oltre ai volumi biografici e al docufilm, che testimoniano, con il Tuo capolavoro, “Caruso”, il Tuo cinquantennale amore per Sorrento e per i sorrentini. Tu ora sei “dove luccica solo l’eterno, su quella terrazza del cielo, su cui non cala mai l’inverno”! La Tua opera è diventata immortale e continua a parlare, con il cuore, anche ai giovani! Devo confessarTi, tuttavia, che, di fronte alla banalità e ai pericoli del presente, nonostante l’odierno tripudio celebrativo, umanamente ci manchi, terribilmente ci manchi, a me e a quanti, tantissimi, Ti hanno amato e continuano ad amarTi, attraverso le Tue creazioni. Grazie, Lucio! RaffaeleIntervista su RADIONORBA - CLICCA QUI
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