LA POLEMICA
di Fiorangela d'Amora da Il Mattino
Gragnano usata come ambientazione di una città gretta e omofoba. La trasposizione teatrale di «Mine Vaganti», film cult che ha fatto incetta di premi nel 2010, diventa dieci anni dopo una storia riadattata per calcare le scene. Tra i cambiamenti pensati proprio dal regista e autore del film Ferzan Ozpetek, c'è la decisione di lasciare la Puglia, il Salento, per trasferire la storia in un paese più arretrato dove avere un figlio omosessuale fa ancora scalpore. «Dal Salento, che non avrebbe più funzionato, a una cittadina tipo Gragnano, un posto cioè dove un coming out ancora susciterebbe scandalo», queste le parole del regista turco che hanno fatto infuriare il sindaco della città della pasta Nello D'Auria. Il sindaco ci è rimasto male e non lo nasconde. «Reputo le parole di uno dei più importanti registi italiani come Ozpetek un'uscita infelice, un pregiudizio che non rende merito alla nostra città e ai cittadini gragnanesi. Gragnano è una città libera, una città inclusiva, una città che non discrimina, una città che accoglie - afferma il sindaco -. E trovo francamente inaccettabile che passi quest'idea totalmente fuorviante e distorta della nostra città». Lo spettacolo che in questi mesi è nei teatri italiani racconta di una famiglia di pastai gragnanesi, sopraffatti dall'outing dei due figli. Il primo un operaio del pastificio, il secondo di ritorno da Roma, dove tutti credono sia andato per studiare e prepararsi a prendere le redini dell'azienda paterna, e invece deciso a dichiarare la sua omosessualità.
LA REAZIONE
«Fare coming out uno scandalo? Lo invito a trascorrere qualche giorno qui, - prosegue il sindaco D'Auria - a soffermarsi tra la gente, ad ammirare lo stile di vita, le bellezze, le tradizioni, la cultura e la straordinaria accoglienza dei gragnanesi». La difesa del primo cittadino arriva dopo una serie di interviste rilasciate dal regista dove si ricalca l'immagine di Gragnano come città ancora radicata ai principi antichi che mal digeriscono l'omosessualità dei figli. Un aspetto che aprirebbe lunghi e articolati dibattiti, ma sta di fatto che D'Auria risponde e replica con chiarezza allo stereotipo di città contadina e gretta. «Invito Ozpetek a trascorrere qualche giorno a Gragnano, a soggiornare qui, a soffermarsi tra la gente, ad ammirare lo stile di vita, le bellezze, le tradizioni, la cultura e la straordinaria accoglienza dei gragnanesi - conclude il primo cittadino -. Sono certo che cambierà idea in fretta e che magari troverà spunto per qualche altro capolavoro, incentrato sulla bellezza di Gragnano e non certo su questi sterili, superficiali e ancestrali pregiudizi». In attesa di sapere se il regista accetterà l'invito nella Gragnano della Pasta del nuovo millennio, chi va in teatro troverà siparietti e comicità, messi in scena tra gli altri da Francesco Pannofino e Iaia Forte nei panni dei genitori, da Erik Tonelli e Carmine Recano che interpretano i figli, il tutto con la regia teatrale di Marco Balsamo.
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