Vico Equense - Una filiera agroalimentare, condita di tradizioni, storia ed eccellenze. Così Vico Equense ottiene dalla Commissione Unesco il via libera per l’ultimo step, quello di Parigi, per entrare ufficialmente nel gotha delle località del mondo che eccellono nella attività creative. Al pari di Zahlè in Libano, Östersund in Svezia, Jeonju nella Corea del Sud, Gaziantep in Turchia, Papayàn in Colombia e naturalmente Parma, Bergamo e Alba in Italia, Vico Equense ha convinto tutti grazie a tutti gli elementi che rendono unico questo territorio. “Sono felice per questa notizia – ha detto Antonino Cannavacciuolo ad Eleonora Cozzella di Gusto de La Repubblica - perché dimostra a tutti la bellezza e la forza di questa terra che amo e che mi ha forgiato. A Vico Equense si respira la magia dell’incontro tra mare e terra. Qui ci sono posti che abbiamo il diritto di valorizzare, belli per gli occhi e buoni per il palato: dal provolone del monaco ai celebri limoni, dalla pizza ‘a metro’ che già negli anni ‘70 attirava golosi da tutta Italia alle melanzane, dai prodotti ittici alle verdure. Non è un caso se in un comune solo si concentrano così tante stelle Michelin. E basti pensare al successo di Festa a Vico che è un tripudio di accoglienza e convivialità. Anche io ho voluto tornare proprio per amore di questo luogo incantato. Ed è un posto rimasto vero nonostante il turismo internazionale, un luogo che non ha mai rinnegato le sue radici e che valorizza le tradizioni. Si pensi che nelle 13 frazioni del Comune ciascuno ha la sua sagra, e dimostra attraverso il cibo è il suo attaccamento alle tradizioni. È un paese che ti conquista sempre e chi viene come turista va via con la voglia di tornare e il sorriso nel cuore”.
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