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giovedì 10 agosto 2023

Vico Equense. Natale Maresca, ospedale unico a Sant’Agnello “Non sono d’accordo”

Sanità a Vico e Sorrento: non possiamo rassegnarci alla riduzione dei servizi 

da Agorà 

Vico Equense - E' un pediatra conosciuto, con un passato di impegno politico non proprio recente e cinque anni passati in consiglio comunale. Di recente è stato nominato Cavaliere al merito della Repubblica per l'impegno professionale e sociale. In occasione dell'ultimo consiglio comunale è invitato a parlare come riconoscimento della comunità per il titolo attribuito dal Presidente della Repubblica. Abbiamo colto l'occasione per fare qualche domanda al Dottore. Perchè lei ha scelto di fare il medico - pediatra? Sinceramente? Non ho scelto di fare il medico per vocazione. Da ragazzo ero molto più attirato dalla matematica e dalla fisica. Ai tempi della scelta universitaria ero molto più orientato verso queste facoltà. Alla fine all'ultimo momento, dopo giorni di travaglio, però mí sono iscritto a Medicina per diverse ragioni. Ha avuto un peso anche il voler "accontentare" i miei genitori. Conosce la canzone di Paolo Pietrangeli? Ebbene quando penso a loro mi viene in mente una strofa dí quella canzone "Del resto mia cara, di che si stupisce, anche l'operaio vuole il figlio dottore e pensi che ambiente ne può venir fuori, non c'è più morale contessa." Invece la scelta della Pediatria deriva da una mia particolare predisposizione verso la cura dei bambini. E' vero che Lei non ama fare visite private? Se è vero, ci spiega i motivi? Verissimo. Anzi sono un bel po' di anni che non ne faccio. Ci sono diversi motivi. Il primo è una mia scelta ideale. lo sono per il Sistema Sanitario Pubblico Gratuito ed Universalistico. Il secondo è che i pazienti iscritti con me, che seguo credo con particolare dedizione, impegnano già abbondantemente tutto il tempo che io posso dedicare al lavoro. Terzo motivo è che secondo me nella mia branca, la Pediatria, visite estemporanee non servono. I bambini devono essere seguiti nel tempo se si vuole fare un buon lavoro.

 

Ospedale unico nella penisola sorrentina. Lei sa dell'iter per la realizzazione. Il presidente della Regione spinge per avviare i lavori a S. Agnello dopo l'estate, mentre il sindaco dello stesso Comune frena. C'è un dibattito in corso. Che opinione si è fatto? lo condivido le perplessità del collega Coppola, Sindaco di S.Agnello e trovo del tutto inopportuna la "minaccia" del Presidente della Regione di spostare i fondi altrove. Quelle perplessità le abbiamo espresse in Consiglio Comunale quando discutemmo dell'atto di indirizzo. Sia chiaro. La Sanità va verso in sistema in cui sul territorio ci siano meno Ospedali ma più grandi. Questo orientamento nasce da diverse necessità: razionalizzare risorsee personale, migliorare le competenze, offrire servizi di eccellenza e di terzo livello anche sul territorio, oltre che se nei grandi Ospedali cittadini (Cardarelli, Monaldi, Pascale) o nei Policlinici universitari. Ovviamente poi sono aperti e vanno affrontati urgentemente e razionalmente i servizi di emergenza sul territorio e quelli di assistenza al cronico. Ma la realizzazione di un grande Ospedale nel centro cittadino non mi pare una scelta razionale e sicuramente non può essere una scelta obbligata e indenne da un momento di discussione che potrebbe portare ad una decisione più razionale. Poi bisognerebbe affrontare meglio il problema della Sanità Pubblica a Vico, che era alla base dell'emendamento che presentai in Consiglio nel 2012, tenendo conto delle opportunità offerte dal PNRR. Intanto, gli ospedali di Vico e Sorrento sembrano condannati ad una progressiva riduzione dei sevizi. E' cosi ed è normale che ciò accada? No. Non è affatto normale. I servizi non vanno ridotti ma anzi, come dicevo, bisognerà ripensare ad un ruolo dei nostri nosocomi che offrano servizi che adesso mancano, come quello dell'assistenza al cronico ed, in attesa della realizzazione di Ospedali più grandi ed efficienti, continuino a svolgere il loro compito. Vico Equense, la città in cui lei vive e lavora. Com'è e come potrebbe essere? Lei, caro Direttore, oggi è partito con domande "leggere" e poi ha continuato con un crescendo di domande impegnative. Diciamo quello che vorrei che fosse la nostra Città. Vorrei che fosse una Città attenta al territorio, alla sua storia, al suo ambiente naturale. Una Città in cui si smetta di consumare suolo. Una Città attenta alla qualità della vita, all'aria che su respira. Una Città attenta alle nuove generazioni, ai bambini, soprattutto a quelli dei primi mille giorni (i più importanti nella vita di ogni persona), che dia il giusto sostegno alle giovani famiglie. Una Città in cui i beni comuni siano difesi e usufruibili e non chiusı dietro orrende cancellate notturne.

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