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venerdì 29 settembre 2023

Teppisti sui sentieri dei Lattari distrutta la segnaletica del Cai. Tra Vico e Castellammare vanificata l'opera dei volontari

di Titti Esposito Il Mattino

LA NATURA VIOLATA 

Vico/Castellammare - Sentieri abbandonati all'azione dei vandali sul territorio stabiese e vicano. La denuncia è del Cai, Club alpino italiano, che da anni lavora per migliorare la viabilità e la segnaletica degli scorci più suggestivi e panoramici del territorio montano. Un'attività volontaria che regala emozioni a turisti e appassionati di trekking, che decidono di vivere sempre più di frequente l'esperienza delle passeggiate mozzafiato sui percorsi in vetta, in sicurezza e nel rispetto delle regole più elementari e importanti. Attività tutelata e valorizzata da associazioni ed enti che puliscono e sistemano i sentieri in cima, che da qualche tempo è messa in difficoltà da teppisti o vandali che divelgono la segnaletica fra gli alberi e i cespugli. L'ultimo episodio, qualche giorno fa, sul sentiero Chiosse ad Arola, frazione di Vico Equense. Un atto di intimidazione lo hanno definito i volontari escursionistici sui sentieri del 300 "Alta Via dei Monti Lattari". Ad accorgersi dell'atto violento, Francesco Parlato che ha la cura delle viuzze che dalla Sella di Arola portano attraverso Chiosse e Capo Masina a Capodacqua di Positano. Il volontario ha potuto constatare che il cartello indicante il sentiero, il cui tragitto già il consigliere regionale del Cai Pio Gaeta, aveva riportato su OpenStreetMap, è stato divelto.

 

«Non è la prima volta che questo accade - denunciano i volontari - nella zona convivono molti interessi anche illeciti che tendono a scoraggiare il passaggio di escursionisti in quello che è un Sentiero degli Dei selvaggio che unisce le Costiere sorrentina e amalfitana. La presenza di cacciatori e greggi con maremmani allo stato bradi ostacola il turismo escursionistico, unico modo per creare un ritorno economico sostenibile e per non dimenticare l'identità fatta di lavoro e sudore che fu uno degli elementi del cammino di conoscenza del meridionalista Giustino Fortunato. Speriamo che le forze dell'Ordine possano garantire la libera fruizione di questi sentieri che sono liberi nel transito e che il Parco dei Monti Lattari faccia valere la sua egida di protezione». Alla preoccupazione dei volontari si uniscono le voci dei residenti e dei ristoratori di luoghi vicini. Come quelli del Faito, vetta amata e non sempre considerata dei Monti Lattari. «L'escursionismo ha avuto negli anni un boom di richieste e progetti -dicono in coro - ma il nostro territorio è spesso una giungla selvatica e pericolosa, perché la segnaletica è carente, (non per i volontari che sono gli unici ad occuparsene regolarmente) e sui sentieri non c'è sempre la giusta attenzione e manutenzione o pulizia, per evitar incidenti, rischi idrogeologici o incendi. È necessario l'intervento di tutti, Istituzioni in primis».

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