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lunedì 16 ottobre 2023

Ora gli chef cucinano per i poveri

Il progetto della Federico II prevede per ora cento pasti al mese in due mense religiose 

di Fabrizio Geremicca – Il Corriere del Mezzogiorno 

«Chi vive situazioni di disagio o di povertà ha diritto di mangiare bene ed in maniera sana come chiunque altro. Tutti meritiamo un cibo sano e di qualità». Parole di Raffaele Sacchi, docente ad Agraria e presidente del corso di laurea in Scienze Gastronomiche Mediterranee dell'università Federico II, dove quest'anno si cucina anche per i fruitori delle mense del Convento di Sant'Antonio, a Portici, e della Chiesa Santa Maria del Pilar, ad Ercolano. Un progetto che è partito da poco e che prevede che siano forniti cento pasti al mese, tutti preparati e distribuiti nella stessa giornata. L'obiettivo è quello di passare poi ad un centinaio di pasti a settimana e di stringere accordi ed intese anche con altre realtà del territorio. «Quello che stiamo realizzando - spiega il professore Sacchi - è un esperimento di cucina solidale con una forte base culturale. Puntiamo infatti anche a fornire informazioni sulla corretta alimentazione, sulla dieta mediterranea, sulla riduzione degli sprechi. Sforniamo ricette semplici e capaci di dare benessere per un pasto completo ed equilibrato». I cuochi che cucinano per i frequentatori delle due mense religiose sono gli chef Ludovico D'Urso, Giuseppe Sorrentino e Antonio Esposito, dell'associazione provinciale Cuochi Napoli, con la quale l'ateneo ha stipulato un protocollo d'intesa.

 

«Sono bravi - garantisce il docente universitario - ed hanno esperienza di lavoro in situazioni complicate. Sono abilissimi, ad esempio, nel montare cucine da campo laddove ci siano contesti di emergenza. Trasferiscono ai nostri studenti, che collaborano ai fornelli ed imparano, la capacità di gestire una cucina con igiene, qualità e competenza». Un aspetto del progetto da non sottovalutare, puntualizza Sacchi, è quello dell'etichettatura dei pasti: «Abbiamo la strumentazione per confezionare le vaschette termosaldate ed etichettarle a norma di legge e diamo informazioni sugli ingredienti, sui valori nutrizionali e sulle modalità di corretto smaltimento dei contenitori. La sostenibilità ambientale è il filo rosso che accomuna le diverse fasi dell'iniziativa, dalla scelta dei prodotti il più possibile a chilometro zero e legata al ciclo delle stagioni fino, appunto, allo smaltimento delle vaschette nelle quali i pasti sono trasportati». L'iniziativa è stata presentata a Portici, dove ha sede Agraria. C'era anche il professore Danilo Ercolini, direttore del Dipartimento, che ha commentato: «Agraria si apre sempre più al territorio. È nella nostra vocazione per il tipo di competenze che abbiamo». Si chiama Terza Missione e non poteva mancare, nel giorno del battesimo dell' iniziativa, il professore Antonio Pescapè, delegato di ateneo in relazione a tale settore. «Agraria - ha sottolineato - è indissolubilmente legata a Portici e quel che stiamo raccontando oggi non è il frutto di un caso ma della circostanza che da sempre operiamo qui. C'è un rapporto simbiotico tra Agraria, Portici ed Ercolano e tale rapporto ha facilitato l'ascolto delle esigenze e dei bisogni ai quali il corso di laurea in Scienze Gastronomiche Mediterranee con il progetto della cucina solidale, prova a dare una risposta. Le cose non si fanno per qualcuno, ma con qualcuno. Riescono se si intercettano i bisogni attraverso l'ascolto e l'apertura». Al progetto contribuiscono varie aziende che forniscono i prodotti necessari alla preparazione ed al confezionamento dei pasti destinati alle due mense.

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