di Fiorangela d'Amora - Il Mattino
IL CASO
Castellammare di Stabia - Collegamenti ogni ora con Capri, Ischia, Procida e la costiera amalfitana dal porto turistico di Marina di Stabia, ma grazie al Comune di Pompei. Una «provocazione» che suscita la rabbiosa reazione di Castellammare. A un anno dall'intesa con Marina di Stabia, cui è stato abbinato il nome Porto di Pompei, il sindaco Carmine Lo Sapio avanza spedito nel suo progetto di portare il mare dove non c'è. «Sto definendo con una società privata nazionale il piano dei collegamenti del nuovo trasporto marittimo. Allargare il confine di Pompei e offrire nuovi servizi ai turisti sono gli obiettivi dell'intesa», è l'annuncio fatto alla fiera del turismo di Rimini (TTG) alla presenza dell'assessore regionale al Turismo Felice Casucci e del generale dei carabinieri Giovanni Capasso, direttore generale della «Grande Pompei». «Insieme al Marina di Stabia e al suo presidente realizziamo un sogno, quello di lavorare insieme per far crescere il turismo della Campania», ha aggiunto il sindaco di Pompei che cavalca una suggestione che sta per diventare realtà: «Marina di Stabia Porto di Pompei diventa il faro del turismo regionale, presto la Regione diventerà partner del progetto». L'obiettivo è istituire una corsa ogni ora, sopperendo a una mancanza dell'intera costa stabiese che oggi conta pochissimi collegamenti sia con le isole che con le perle della costiera amalfitana.
L'accordo ha fatto storcere il naso a Castellammare, dove da un lato si sentono defraudati e dall'altro si polemizza per l'ennesima occasione persa. «Pompei si sta attivando, colmando un vuoto lasciato da Castellammare che ha del tutto abbandonato i collegamenti marittimi. Ormai nel porto antico c'è una sola corsa al giorno per Capri e chi vuole imbarcarsi in altri orari deve raggiungere Sorrento o Napoli», risponde alle critiche Giovanni La Mura, presidente del Marina di Stabia, che già un anno fa dovette mediare e placare gli stabiesi scontenti e «derubati» del loro mare. «Il servizio sarà per tutti - aggiunge La Mura - ne trarranno vantaggi tutti i turisti del comprensorio».
PATTI TRADITI
Ma le precisazioni di La Mura non placano le polemiche. A Castellammare il fatto che il nome di Pompei affianchi quello di Marina di Stabia proprio non va giù. E ora c'è chi chiede alla società che gestisce il porto turistico di rispettare gli accordi. Marina di Stabia nacque grazie al Contratto d'area nel 1997 e da allora non sono state ancora realizzate alcune delle opere previste come la riconversione dei vecchi capannoni ferroviari. Per questo dopo la fuga in avanti di Pompei, il centrosinistra cittadino (Pd, M5s, Azione, Italia Viva, Europa Verde, Sinistra Italiana, Energia Pulita, Essere Stabia, Democratici e Progressisti) entra a gamba tesa. «Innanzitutto, chiediamo che si definisca subito la progettazione delle cosiddette "opere a terra" con le destinazioni d'uso delle aree da riqualificare ed edificare già individuate negli atti amministrativi comunali e nella conferenza di servizi, valutate dagli organi sovracomunali, ed infine accolte dalla stessa Marina di Stabia nel 2010. In secondo luogo, appare sempre più concreta la volontà di emarginare la nostra città da importanti interventi di crescita e sviluppo che vedono coinvolti invece comuni limitrofi e che andranno ad incidere nel medio e lungo termine sulla nostra area territoriale». A Castellammare, dove peraltro il Comune è commissariato dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, l'attenzione è tutta sulla riconversione della linea di costa, ancora ferma. Gli interventi per lo sviluppo in chiave turistica del porto commerciale, al netto del notevole e importante lavoro promosso dai privati, stentano a decollare. «Le motivazioni di questa lunga attesa per la redazione del Piano Regolatore Portuale - accusano i partiti del centrosinistra - sono per noi incomprensibili, così come è incomprensibile l'assenza del porto stabiese dai finanziamenti del Pnrr». E Marina di Stabia come replica alle accuse? «A chi polemizza per le opere a terra - dice La Mura - vorrei dire che sono cinque anni che aspettiamo il Comune. Siamo al terzo progetto che stiamo per presentare secondo altri criteri richiesti, speriamo che sia la volta buona».
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