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Castellammare di Stabia - La sentenza sullo scioglimento per camorra del consiglio comunale di Castellammare di Stabia deve arrivare prima delle prossime elezioni, per dare certezze a una città che ancora oggi - dopo due anni di commissariamento - fatica a rialzarsi. E’ questo l’appello che arriva dalla politica stabiese e in particolare da un centrosinistra rimasto sorpreso dalla decisione del Consiglio di Stato di rispedire gli atti al Tar. «La giustizia, la magistratura, fanno il loro percorso. Non è nostro costume commentare le sentenze», dice il segretario del Pd, Giuseppe Giordano, soffermandosi però sul momento che vive la città. «Questa situazione di caos crea scoramento e determina l’allontanamento dei cittadini dalla vita pubblica - dice Giordano - Noi abbiamo una nostra idea sullo scioglimento e abbiamo denunciato tutto ciò che non funzionava. Adesso chiediamo che questa vicenda si chiuda prima delle prossime elezioni, perché il rischio di una generalizzazione delle possibili responsabilità è assolutamente da evitare». Un rischio che vede anche Andrea Di Martino, fondatore della civica Energia Pulita, che alle ultime elezioni fu sconfitto al ballottaggio dalla coalizione di centrodestra. «Il Consiglio di Stato dice una cosa lapalissiana: per sciogliere un Comune servono argomenti supportati da documenti e intravedo una negligenza da parte dell’Avvocatura di Stato nel non averli depositati - dice Di Martino - Quel cd, risultato vuoto, avrebbe dovuto contenere fatti gravi, che non si cancellano di certo rispedendo la decisione al Tar».
L’ex leader dell’opposizione però intravede anche un’opportunità in questa vicenda: «Mi auguro che nel centrosinistra finalmente ci sia più tensione politica dopo questa decisione del Consiglio di Stato - e aggiunge - Mi rivolgo in particolare al Pd, al campo largo, perché quella sentenza significa che gli avversari del centrodestra saranno in campo e utilizzeranno la loro propaganda in campagna elettorale. L’obiettivo dev’essere quello di costruire unità, chiudere con il passato senza soffermarsi alle ragioni o ai torti, e guardare a una novità, a figure alte, di spessore, che possano cancellare il disincanto che oggi si respira a Castellammare ». «E’ compito della magistratura andare fino in fondo, se hanno sbagliato a sciogliere il Comune devono chiedere scusa. Se invece è stata una decisione giusta, chi ha favorito le infiltrazioni della criminalità è un delinquente», sostiene invece Gaetano Amato (deputato M5S), che tuttavia ne fa una questione politica «a prescindere dalle sentenze che verranno, l’ex sindaco Cimmino non andrebbe votato perché ha consentito all’Eav di bucare la collina di Varano, stesso discorso vale per tutti i consiglieri che hanno approvato o si sono astenuti su quel provvedimento. Il compito di un amministratore dovrebbe essere quello di prendersi cura della città e loro non l’hanno fatto». «Tra 3 mesi saranno due anni da quel giorno nefasto dello scioglimento per camorra, tra 6 mesi ci saranno le elezioni e la città continua a stare nel limbo, con una perenne attesa che non solo logora, ma lascia interdetti», incalza Tonino Scala, segretario regionale di Sinistra Italiana. «Questa lentezza, questo modo di fare non è compatibile con la democrazia perché favorisce i farabutti e dà un segnale ai cittadini perbene che vogliono impegnarsi: statevi a casa - continua Scala - Questa la grande responsabilità che hanno le istituzioni, la magistratura, e sottolineo la magistratura che è la grande assente in questa vicenda».
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