di Dario Sautto - Il Mattino
Vico Equense - «Chiediamo solo che il nostro silenzio di questi mesi e la grande fiducia che riponiamo nella magistratura e nel suo operato ci conducano alla verità. E chiediamo di poterne venire a conoscenza quanto prima». A un anno esatto dalla tragedia di Vico Equense, mamma Mariangela ha deciso di parlare di quella drammatica sera in cui perse la vita suo figlio Ugo Manganaro, pescatore di 34 anni. Con grande forza, ma allo stesso tempo in maniera pacata, mamma Mariangela chiede che la verità venga fuori. Il 34enne morì la notte del 22 novembre 2022, durante una tempesta, mentre si trovava sulla spiaggia a Marina di Seiano, Vico Equense.
LE PAROLE
«È trascorso un anno terribilmente difficile. Una tragica notte ricorda mamma Mariangela che ha cambiato la vita della nostra famiglia per sempre. Una sera di tempesta in cui il nostro Ugo si è prodigato per salvare le barche dalla furia del mare, senza chiedersi di chi fossero. Regole non scritte ma che fanno parte della nobiltà dei pescatori: salvare le barche. Poi la tragedia, violenta, cattiva. La morte che falcia un uomo di 34 anni padre di una bimba di 4 anni e in attesa della nascita di un maschietto in primavera». Lo scorso mese di marzo, Ugo è diventato per la seconda volta papà, anche se lui non c'è più.
«Da allora spiega la signora Mariangela noi Manganaro ci siamo chiusi nel silenzio straziante dell'attesa, fatto di risposte alla figlioletta che chiede del suo papà, accanto ad una compagna dolce che ha partorito il secondo figlio questa primavera. Siamo feriti, la Marina è ferita, il suo mare, le sue reti inermi sulla spiaggia. Qui tutto parla di Ugo». Da quella tempesta, il sereno in casa Manganaro non è mai tornato. Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Vico Equense e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Andreana Ambrosino) non si sono mai fermate. Nei momenti successivi alla tragedia fu ipotizzato che il decesso fosse stato causato da un fulmine. «Una circostanza a cui non abbiamo dato mai peso né credibilità. La caparbietà del nostro avvocato Enrica Visconti aggiunge mamma Mariangela ha permesso che quella prima ipotesi fosse subito abbandonata poiché priva di fondamento». Ugo Manganaro è morto folgorato, ma non a causa di un fulmine, come all'inizio ipotizzato. Quella fu effettivamente una notte di tempesta, con scariche elettriche, pioggia, tanto vento. Ma le risposte sulla sua morte potrebbero arrivare dalle perizie dei consulenti dell'accusa.
LE VERIFICHE
L'autopsia, innanzitutto, effettuata dal medico legale Sergio Infante. E dalla perizia tecnica dell'ingegner Vincenzo Ragozzino, che la Procura ha nominato quasi subito per eseguire una simulazione di quanto potrebbe essere accaduto quella tragica notte di un anno fa. Nel luogo della tragedia tuttora sotto sequestro durante i primi rilievi furono notati alcuni cavi scoperti, che potrebbero aver causato la scarica mortale. Un'ipotesi che, se confermata, potrebbe portare a responsabilità colpose per una morte che, a un anno di distanza, resta inspiegabile. Nel frattempo, i familiari si sono affidati agli avvocati Enrica Visconti ed Adriano Cafiero, che stanno seguendo l'evoluzione dell'inchiesta, in attesa di conoscere i primi risvolti, affiancati dai consulenti di parte Sammartino (geologo), Catafalco (ingegnere) e Giorgio (medico legale). Oggi alle 17, nella Cappella di Sant'Antonio (Marina di Seiano), sarà ricordato «Chiodo», il soprannome con cui era conosciuto Ugo Manganaro. «A noi che siamo qui il dovere di non farti dimenticare dalla verità» è una delle frasi impresse sul manifesto che lo ricorda nelle strade di Vico Equense. Quella verità che i familiari attendono da un anno. Presto potrebbe arrivare ad una svolta.
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