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mercoledì 24 gennaio 2024

Le automobili in città a 30 chilometri all'ora. I sindaci della provincia si schierano a favore

Il vice presidente nazionale dell'Anci, Buonajuto: «È una scelta di civiltà» Gragnano e Sorrento l'hanno già inserita nel piano urbano della mobilità 

di Vincenzo Lamberti - Metropolis

La battaglia per portare il limite di velocità delle auto a 30 chilometri all'ora sui tratti urbani sta spaccando l'Italia. Il caso Bologna, dove questa norma è stata approvata, divide la città e la politica. Una decisione presa per garantire la sicurezza dei cittadini ed anche degli automobilisti che, ovviamente, comporta però anche qualche disagio nella circolazione cittadina. Il complesso discorso della città a 30 km/h - che unisce sicurezza stradale, ecologia, recupero degli spazi pubblici e tutela del più debole in tutti i contesti sociali e di cittadinanza - può essere facilmente riassunto in una frase: per sfuggire a un incendio, preferireste saltare dal primo o dal terzo piano? Se vi siete dati una risposta, pensate anche a questa statistica: 9 pedoni su 10 investiti a 30 km/h si salvano, 7 a 40 km/h e solo 1,5 a 50 km/h. I numeri parlano con più precisione delle opinioni le parole di un esperto su un quotidiano di qualche giorno fa. Nell'ultimo anno la violenza stradale ha fatto 1. 384 vittime. In Italia ci accontentiamo di miglioramenti minimi nelle cifre - ma una morte non è mai soltanto un numero - mentre altre nazioni hanno ottenuto una reale diminuzione sia delle collisioni che dei loro disastrosi esiti. Praticamente in tutti i casi, questo è avvenuto abbassando la velocità, che è con la distrazione e l'abuso di sostanze una delle tre grandi cause degli incidenti.

  Il limite di velocità e i controlli sulle strade sono però anche l'unica causa su cui può incidere davvero la politica. Lo hanno fatto tante città nel mondo, lo hanno fatto in Italia sia sindaci di centrodestra (Olbia) che di centro-sinistra (Bologna) le sue parole. Si confonde spesso la libertà di spostamento con la libertà di fare quello che si vuole, senza curarsi degli altri. Il filosofo Slavoj Zizek diversifica due parole inglesi, che sembrano sinonimi ma non lo sono: freedom e liberty. Freedom è una licenza di agire che ci diamo senza limiti. Liberty è la libertà concessa dalla Costituzione e dalle leggi. La domanda, a questo punto, è: quante vittime siamo disposti a sacrifi-care per andare più veloci? Se l'obiettivo è ridurre i pericoli per i vulnerabili, la strada è tracciaAbbiamo imparato a non fumare più nei cinema e ad allacciarci il casco in moto. Speriamo di imparare anche a salvare vite umane conclude l'esperto che difende la decisione. I sindaci. Si tratta di una scelta di civilità. Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, ma soprattutto vice presidente nazionale dell'Anci. La sicurezza stradale ha un costo - sottolinea Ciro Buonajuto - e dobbiamo capire che anche di fronte a qualche disagio certi accorgimenti vanno approvati spiega Buonajuto. Le nostre città sono fortemente urbanizzate, le auto sono tantissime e come dimostrano anche i dati sui cui sta ragionando la Prefettura - continua Ciro Buonajuto - devono portare all'approvazione di provvedimenti come questo. Nei Pum, i piani urbani di mobilità, dei comuni di Gragnano e di Sorrento, il limite dei trenta chilometri all'ora è uno dei punti cardine. La necessità di approvare queste direttive serve anche e soprattutto a diminuire il rischio di incidenti nei centri abitati. Anche il Comune di Castellammare, che approvò all'epoca un piano di mobilità poi revocato, prevedeva questa direttiva. Recentemente, poi, anche Città Metropolitana ha approvato il Pums nel quale viene inserita questa direttiva. Che ovviamente, come tutte le cose nuove, potrebbe creare qualche disagio ai cittadini ed agli automobilisti. Ma che nell'ottica del bene comune alla fine verrà approvata da tutti. Legambiente. Legambiente in uno speciale della campagna Unfakenews Città 30' smonta le principali cinque fake news circolate in questi giorni sul limite dei 30 chilometri orari applicato a Bologna e sul modello Città 30 rispondendo, così, al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che ha definito la misura una scelta non ragionevole. L'associazione ambientalista in una nota sintetizza che non è vero che andare a 30 km/h o a 50 km/h è la stessa cosa in termini di sicurezza stradale, la scienza ci dice ben altro. Non è vero che con la città 30 i problemi, soprattutto per i lavoratori, rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale'. Non è vero che a 30 km/h si impiega più tempo a spostarsi e che si inquina di più. Non è vero che per salvare vite basta inasprire pene per chi abusa di sostanze e alcool. È staticamente accertato che nei casi di incidenti mortali una delle cause è dovuta all'elevata velocità. Le polemiche di questi giorni accompagnate anche da tante fake news - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - sono del tutto sterili. Sulle strade italiane si registra un morto ogni tre ore e un ferito ogni 2,5 minuti e il 50% delle vittime sono pedoni e ciclisti, un'emergenza da codice rosso su cui bisogna al più presto intervenire. Il modello delle Città 30 è una rivoluzione importante che mette al centro la riduzione della velocità e che deve essere accompagnata da campagne di informazione e sensibilizzazione. Al ministro Matteo Salvini chiediamo di non fare campagna elettorale su un tema così importante, conclude Ciafani chiedendo che il modello città 30 trovi ampia diffusione e di approvare il nuovo Codice della strada e stanziare maggiori risorse per il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale. Parole che vanno incontro alle esigenze di sicurezza su cui deve lavorare il Governo.

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