Vico Equense - Gli zampognari sono figure importanti del nostro Natale, e, qui da noi, non c’è Natale senza il suono dolce e malinconico degli zampognari che girano per le strade, per i vicoli, entrano nelle case e nei negozi, invitando all’attesa del Messia. La zampogna, strumento musicale a fiato (che può essere ripreso senza interrompere il suono), appartenente alla famiglia dell’aerofono a sacco, caratterizzato da un otre, solitamente di pelle di ovini, emette contemporaneamente dalla sue canne, più suoni, fondendo, in modo armonioso, voce solista, accompagnamento e arrangiamento. La zampogna, che gli storici concordano nel dire che il suo nome derivi dal greco “synphonia", comincia a far sentire il suo suono particolare e inconfondibile, già negli ultimi giorni di Novembre, allorquando inizia la novena devozionale per l’Immacolata Concezione , per poi continuare in quella del Gesù Bambino. E quel magico strumento, il più antico del mondo, il più povero e il più solo “come il primo pastore che lo costruì", con la sua coinvolgente melodia agreste, si è abbinato con la ciaramella per diventare, insieme, trasmettitori di “Tu scendi dalle stelle" (che tanto piaceva a Giuseppe Verdi e che noi cantiamo come una preghiera), e “quanno nascette ‘u ninno", e consegnare, così, alla storia, quei canti religiosi scritti dell’avvocato – prelato Alfonso Maria dei Liguori, proclamato Santo da Papa Gregorio XVI nel 1839.
E provenienti dai monti del Materano e dai paesi del Sud, inteso come il parallelo al di sotto del quale passa la povertà, con le fasce di tela attorno alle gambe e con le cioce ai piedi, agli ZAMPOGNARI, in coppia, nella predisposizione dell’ordinatore del corteo delle PACCHIANELLE, vengono assegnate posizioni di spiccata rilevanza: aprono la sfilata in una sorta di annuncio che, suonando la festa della vita, racconta il percorso dell’esistenza umana; sono disposti al centro dello stesso ad affiancare la Sacra Famiglia accompagnandola con le nenie che diventano ninna nanna per quel Bambinello che, adagiato su di un tronetto, viene portato a spalla, come da antica tradizione, da pescatori scalzi che indossano i loro costumi tipici; chiudono la sfilata, lasciando una scia di suoni che si mescolano agli odori dell’incenso e degli agrumi che ci accompagneranno nel ritorno a casa, ripensando alle PACCHIANELLE, preziosa testimonianza di una antica tradizione popolare. (G.V.)
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