Vico Equense - Realizzare un impianto antincendio lungo 11 chilometri organizzare i sottoservizi sul Faito, dove ci sono 330 abitazioni e circa 150 residenti. Un'opera, considerata necessaria per la montagna e la sua rinascita, che sta provocando molte polemiche. L’amministrazione comunale di Vico Equense a più riprese rimarca che il progetto ha tutte le autorizzazioni e i pareri necessari. Le associazioni ambientaliste, Wwf e Vas, contestano le modalità con cui si stanno facendo i lavori e hanno presentato una serie di esposti. Nel mezzo i residenti, che difendono l’opera pubblica perché pone fine ad un atavico ritardo nei servizi presenti sulla montagna. “Il progetto rispetta la legge” ribadisce il sindaco Giuseppe Aiello, che è pronto a chiarirlo anche ai magistrati della procura di Torre Annunziata. Gli ambientalisti, che hanno documentato con foto e video i lavori, sostengono che il tutto sta avvenendo senza tenere conto dell'ecosistema nel quale intervengono, in una parte del Parco Regionale dei Monti Lattari dove inoltre vanno messe in campo particolari protezioni e modalità. Il Wwf chiede un “intervento urgente atto ad accertare la legittimità di tutte le opere realizzate o in corso, valutando l'ipotesi del sequestro dell'area in caso di accertate violazioni per evitare che eventuali reati vengano portati alle estreme conseguenze”. L'associazione si dice anche pronta a costituirsi parte civile nell'eventuale processo penale che possa innescarsi in conseguenza dell'esposto.
“Le testimonianze di persone che sono salite su quella montagna sono chiare e incontestabili – rimarca Franco Cuomo dei Vas -: sventramenti dovunque, cantieri aperti zona Pian del Pero, via Cresta, via Funivia, via San Michele, cavidotti che come serpenti venefici sono attorcigliati e fuoriescono dal terreno fornendo uno spettacolo di una bruttezza senza confronti, montagnole di materiali di risulta accumulati ai bordi di strade che una volta sventrate sono state coperte alla meno peggio, una volta si parlava di città cablata, ora siamo passati a un parco, e a boschi cablati, pali della luce a distanza di 20 m, l’uno dall’altro, con i corrispettivi di fronte, immensi collettori lasciati ai margini delle strade, oltre a rifiuti e probabili discariche.” Il progetto è finanziato con 2 milioni circa di fondi Pnnr e riguardano la creazione dell'importante rete di approvvigionamento dei bocchettoni idrici su tutta la montagna. Dopo la terribile stagione degli incendi nel 2017 e tanti altri roghi che si sono ripetuti negli anni, la rete idrica dovrebbe essere l'utile strumento per prevenire e semmai contenere le fiamme. In corso d’opera si è ravvisata anche la necessità di un contestuale adeguamento delle infrastrutture idriche e fognarie considerato il loro stato di obsolescenza. Ad aggiudicarsi i lavori un raggruppamento temporaneo d’imprese di Telese Terme. In relazione all’intervento sono intervenuti accordi tra il Comune e la GORI.
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