Giovedì 22 febbraio al Teatro Sannazaro di Napoli per l’Associazione Scarlatti
Napoli - Alexander Lonquich è il protagonista, giovedì 22 febbraio (ore 20.30) al Teatro Sannazaro di Napoli, del prossimo concerto della stagione musicale dell’Associazione Alessandro Scarlatti presieduta da Oreste de Divitiis. Pianista raffinato, considerato tra i maggiori interpreti del nostro tempo, Lonquich si è imposto all’attenzione internazionale nel 1977 vincendo il prestigioso Concorso Casagrande di Terni. A questo premio, e unitamente ad un’intensa attività concertistica (tra Europa, Stati Uniti e Giappone), seguono tanti altri importanti riconoscimenti quali il "Diapason d’Or"(in Francia), il "Premio Abbiati 2016 - miglior solista”(in Italia) e il "Premio Edison" (in Olanda). Nel suo concerto a Napoli, il musicista eseguirà le “Variazioni in do maggiore su un valzer di Diabelli op. 120” di Ludwig van Beethoven e la “Sonata in si bemolle maggiore D. 960”di Franz Schubert. “Due opere di grande interesse - sottolinea Tommaso Rossi, direttore artistico della Scarlatti – che accomunano in un'unica sequenza l’ultimo Beethoven e l’ultimo Schubert. Opere che, seppur scritte nello stesso periodo, rappresentano forse la punta di maggiore discontinuità tra la produzione musicale di questi due geniali compositori”. Schubert non incontrerà mai Beethoven anche se, tra il 1816 ed il 1827, entrambi vivono e sono attivi a Vienna.
Diversi gli ambiti, le frequentazioni, l’età (27 anni di differenza tra i due), il carattere … ciò nonostante, all’atto pratico, i riferimenti e gli omaggi alla musa beethoveniana depositati nella musica di Schubert sono inequivocabili. Ed è proprio il concerto di Alexander Lonquich ad offrire la curiosa circostanza che, in qualche modo, accosta e consegna contemporaneamente alle cronache entrambi i nomi di questi due grandi musicisti. Si tratta proprio delle “variazioni” che, nel 1819, il musicista-editore Anton Diabelli, partendo da un valzer di sua composizione, propose a tutti i compositori austriaci in attività: oltre a quello di Beethoven - che gli presentò la sua “monumentale” opera - fra i tanti nomi (da Czerny, Hummel, Kalkbrenner, Moscheles, fino ad un giovanissimo Liszt) c’è anche quello di Schubert. Le “Variazioni Diabelli op. 120”, che rappresentano la conclusione del rapporto quasi simbiotico che Beethoven ebbe con il pianoforte, sono considerate, per la dimensione dell’opera e la sua importanza nella storia della musica occidentale, l’ultima, grande, sperimentazione del compositore di Bonn. Allo stesso modo, la “Sonata in si bemolle maggiore D. 960” di Schubert, si ritiene possa definirsi un vero e proprio compendio di tutto ciò che viene considerato come peculiare dello stile pianistico dell’autore viennese. Biglietti: euro 25 platea, euro 18 galleria (ridotto under 30 euro 12). Informazioni: www.associazionescarlatti.it
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