Penisola, allarme per lo spopolamento a Sorrento il calo demografico è del 2,2%
IL CASO
di Massimiliano D'Esposito - Il Mattino
Sorrento - I residenti costretti a fare le valigie per fare posto ai vacanzieri. I numeri record fatti segnare dal turismo italiano nel post pandemia, se da un lato fanno sorridere gli addetti ai lavori, dall'altro determinano una vera e propria emergenza abitativa. Lo sanno bene gli amministratori delle località balneari nelle quali l'esplosione del fenomeno delle attività ricettive extralberghiere sta provocando un lento ma inesorabile spopolamento. Se ne è discusso a Caorle in occasione del G20 delle spiagge, network che raggruppa le città marine più visitate d'Italia con circa 70 milioni di presenze all'anno.
IL DOSSIER
Nel corso del summit sono stati diffusi i risultati di uno studio che evidenziano il calo demografico in questi Comuni nel 2023 rispetto al 2021. Il picco è a Grado che fa segnare un -3,7% seguita da San Michele al Tagliamento con un -2,5%. Sul terzo gradino di questo poco ambito podio si colloca Sorrento con un -2,2%. Ma comunque quasi tutti i centri analizzati sono oltre la media nazionale del -0,4%. Sorrento era anche l'unica località campana presente al G20s.
E quanto emerso a Caorle trova conferma nei dati di più ampio respiro. Nel decennio che va dal 31 dicembre 2014 alla fine dello scorso anno gli abitanti sono passati da 16.724 a 15.297. Emorragia che va di pari passo con l'incremento di attività tra b&b, case vacanza ed affittacamere. Solo nell'ultimo anno, stando a quanto riporta il sito della Regione Campania, sono passate da 1.082 a 1.471. E non va meglio negli altri Comuni della Costiera: in dodici mesi gli esercizi extralberghieri sono passati da 1.074 a 1.756. E così per quanto riguarda il calo demografico Sant'Agnello fa registrare dati simili a Sorrento con i residenti passati nell'ultimo decennio da 9.102 a 8.606. Va peggio a Piano di Sorrento dove i cittadini sono scesi dai 13.159 di dieci anni fa ai 12.302 dell'ultima rilevazione Istat. Abitanti in calo anche a Meta (da 8.032 a 7.791) e a Vico Equense (da 21.019 a 20.240). In controtendenza Massa Lubrense, ma ciò si spiega con il fatto che è qui che molti sorrentini cercano un alloggio senza essere costretti ad emigrare troppo lontano. E così, nonostante le attività ricettive siano lievitate da 355 a 709 nell'ultimo anno, la popolazione è arrivata a quota 14.186 rispetto ai 13.947 del 2018, quando è partito il censimento permanente. Emergenza spopolamento che tocca anche l'isola azzurra. A Capri, in 10 anni, abitanti diminuiti da 7.224 a 6.786 a fronte di 176 strutture extralberghiere. Nell'altro Comune dell'isola, Anacapri, la contrazione nello stesso periodo è molto più contenuta, da 6.926 a 6.821, con un totale di 137 esercizi ricettivi esclusi gli hotel.
LA RICHIESTA
Numeri impietosi, insomma. E se i cittadini chiedono interventi, gli amministratori locali hanno le mani legate da norme nazionali e regionali. Da Caorle, dove a rappresentare Sorrento c'erano il presidente del consiglio comunale Luigi Di Prisco ed il consigliere Filomena Cappiello, è stato chiesto al governo di riconoscimento dello status di «Comunità Marine», utile a garantire competitività internazionale e ad assicurare maggiore vivibilità al territorio. «Siamo davanti a un fenomeno che deve essere controllato e rivisto in modo che non diventi un'emergenza sociale - ha detto Di Prisco -. Servono più controlli per fermare chi gestisce attività extralberghiere senza rispettare la legge. Poi bisogna definire con Regione e governo una legge che consenta sì di fare business, ma anche alle comunità delle città turistiche di poter sopravvivere: non è possibile sentirsi ospiti in casa propria». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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