L'INSEDIAMENTO
di Fiorangela d'Amora - Il Mattino
Castellammare di Stabia - «Questa fascia è un impegno con l'intera città, sento il peso della fiducia che mi è stata conferita dai cittadini». Inizia con queste parole il nuovo governo guidato da Luigi Vicinanza, 27esimo sindaco della storia di Castellammare. Il giornalista prestato alla politica, tornato nella sua città natale per «ridare dignità al dibattito politico, restituire credibilità all'azione amministrativa, infondere fiducia nelle istituzioni rappresentative», ha ricevuto la fascia tricolore dal prefetto Raffale Cannizzaro, capo della commissione straordinaria. Prima della cerimonia in aula i saluti e la stretta di mano con gli altri funzionari, Mauro Passerotti e Emilio Saverio Buda, che hanno guidato Castellammare dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, fino a nuove elezioni. IL
DISCORSO
Alle 12 l'ingresso nell'aula Falcone e Borsellino, già gremita di cittadini. Vicinanza scruta il panorama dal balcone del suo nuovo ufficio, di fronte quel lungomare che in campagna elettorale ha promesso tornerà balneabile. Poi veste la fascia e parla per la prima volta da sindaco. «La sento la responsabilità del ruolo che mi impegnerò a svolgere con disciplina e onore, così come recita la Costituzione.
Oltre 22.400 stabiesi ci hanno votato, solo Polito nel 1997, da quando c'è stata l'introduzione dell'elezione diretta del sindaco, ottenne una percentuale più alta. A me è toccato di avere il riconoscimento di oltre il 65% degli stabiesi e abbiamo incrementato il numero dei votanti, in una fase in cui invece è calato, passando dal 62% del 2018 ad oltre il 65%. Questo è segno di fiducia, partecipazione e attenzione». Ad ascoltare le sue parole tra i banchi della maggioranza i consiglieri eletti tra cui Roberto Elefante, Giusy Amato e Giovanni Tuberosa del Pd, Vincenzo Ungaro di Azione, Alessandro Langellotti del M5S, i civici Nello Cuomo, Ciro Cascone, Nino Di Maio, Gennaro Oscurato, Mimmo Cioffi.
GLI OBIETTIVI
«Io, insieme a tutti coloro che mi hanno sostenuto, ho un grande compito, rialzare la città dopo anni di disamministrazione. Castellammare - prosegue Vicinanza - è stata dimenticata, abbandonata dai responsabili della cosa pubblica e non mi riferisco al pregevole lavoro svolto dai commissari prefettizi, ma vive in un abbandono gravissimo. Il Comune è la casa dei cittadini stabiesi, l'amministrazione è l'istituzione più vicina alla comunità, e lo sarà in particolare per la fascia della popolazione più disagiata che meno ha dalla società». Fino alla convocazione del primo consiglio comunale la commissione tornerà a Castellammare per i passaggi amministrativi, intanto il neo sindaco ha già chiari gli obiettivi di sviluppo: «La Grande Stabia è un sogno, una visione che va trasformata in atti concreti a partire dalla quotidianità. E poi puntando sui numerosi asset della città: quello principale che è il mare, un patrimonio straordinario insieme alla spiaggia, insieme alla montagna, il Faito, grande polmone verde; le Terme, tristemente chiuse da decenni, per restituire le acque ai cittadini; il patrimonio archeologico con le Ville di Varano e il Museo della Reggia di Quisisana. E, non ultimo, il cantiere navale e l'apparato produttivo legato ai due porti. La tradizione si difende se saremo capaci di rinnovare innovando». Ed infine come già ribadito il giorno dello spoglio: «La mia sarà un'amministrazione aperta a tutti tranne che ai camorristi. Dobbiamo riportare la legalità dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche e debbo ringraziare per il lavoro svolto il prefetto Cannizzaro. È la linea da seguire».
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