Dossier sulle ecomafie. In Campania reati ambientali aumentati del 23 per cento
di Fabrizio Geremicca - Corriere del Mezzogiorno
Napoli - Compie 30 anni il dossier Ecomafie di Legambiente, che sulla base dei numeri relativi a denunce, sequestri ed arresti monitora l'assalto al territorio nelle diverse regioni italiane. Ancora una volta, nell'edizione 2024 che riporta i dati del 2023, la Campania è maglia nera e la provincia di Napoli è quella che sta messa peggio di tutte. La graduatoria, peraltro, si basa su estrapolazioni da parte di Legambiente dei dati delle forze dell'ordine e delle Capitanerie di porto e, dunque, la maglia nera campana potrebbe essere anche il risultato di un attivismo degli inquirenti superiore a quello che si registra in altre regioni e risente evidentemente pure della numerosità della popolazione campana rispetto ad altre aree del territorio italiano. Al netto di ciò, il quadro resta preoccupante. Nel 2023, infatti, come si apprende dal dossier, in Campania i reati ambientali sono aumentati del 23% rispetto al 2022. Gli illeciti penali sono stati 4.952, il 14% del totale nazionale. In provincia di Napoli nel 2023 le forze dell'ordine hanno perseguito 1.494 reati commessi ai danni del territorio. Preoccupa il caso di Avellino e provincia: 1.203 reati ambientali, con un incremento del 72,9% in confronto al 2022. Legambiente censisce circa 80 clan camorristici che lucrano sulle diverse forme di devastazione dell'ambiente. Sono presenti nel ciclo del cemento, in primis, che a sua volta è connesso all'abusivismo edilizio. In Campania tra il 2004 ed il 2022 - scrive l'associazione del cigno - è stata aperta una pratica per abusivismo edilizio ogni 236 abitanti.
Le ecomafie operano nel traffico illecito di rifiuti ed in quello degli animali e si infiltrano anche - rileva Legambiente - nel settore delle energie rinnovabili. Il dossier apre poi un focus sulla produzione e sulla commercializzazione di buste della spesa non a norma. «Solo a Napoli nell'ultimo anno - sottolinea l'associazione - sono stati rintracciati 100 chilogrammi di buste illegali ogni tre giorni, per un totale di 120 quintali. Dal 2017, poi, il Nucleo tutela ambientale della polizia municipale di Napoli, ha condotto 76 operazioni ed è arrivato a sequestrare 8,6 milioni di shopper illegali, per un totale di 170 tonnellate di materiale». Buste contenenti sostanze pericolose o non conformi alle regole sulla biodegradabilità. «Le inchieste della Procura - si legge nel dossier - stanno evidenziando che anche in questo settore c'è un interesse della criminalità organizzata». Tra le proposte che l'associazione formula a Governo e Parlamento c'è quella «di restituire pieni poteri ai prefetti per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, a partire dall'ultimo condono edilizio». Carmela Auriemma (Cinque Stelle), componente della commissione bicamerale d'inchiesta su rifiuti ed illeciti ambientali, chiede «maggiori investimenti per rafforzare il personale delle forze dell'ordine e le dotazioni di strumenti».
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