di Harry di Prisco
Napoli - Sabato prossimo 5 ottobre alle ore 11, nella Sala Premio Napoli-Aspasia di Palazzo
Reale di Napoli, la storica dell'arte Maria Simonetta De Marinis coordina la
presentazione del libro: "Oltre il confine: Alberto Neiviller, scultore" Napoli 1899-
Mogadiscio 1941 di Nino Rapicavoli e Maia Simonetta De Marinis . Interverranno
Mariantonietta Picone Petrusa e Isabella Valente dell'Università di Napoli
Federico II. Lo scultore napoletano doc Alberto Neiviller, uscito alla ribalta dopo
oltre ottant’anni di anonimato. «E da considerarsi l’unico vero allievo di Vincenzo
Gemito, oltre che collaboratore particolare, come attestano manoscritti autografi e
foto con dedica di Gemito pubblicati nella monografia » commenta Nino Rapicavoli e
aggiunge: «senza nulla togliere all’eccellente cesellatore Salvatore Pavone e agli
altri collaboratori Vollaro, Martorelli, Fucito e il fonditore Pietro Renna.
Soprannominato “lo scultore dei Somali”, nella ritrattistica, i suoi riferimenti sono
chiaramente riconducibili ai maestri Cifariello e Gemito».
Il volume di 96 pagine è
edito dalla casa editrice Edizioni Fioranna di Napoli nella collana Arti Plastiche e
Sculture.
Alberto Neiviller, prima di potere avere i giusti apprezzamenti che gli rendessero
giustizia per la sua arte scultorea, ha dovuto attendere molti anni, rimanendo uno
sconosciuto o quasi, perché purtroppo deceduto prematuramente a quarantadue anni a
causa di un’aggressione avvenuta in un capannone di lavoro. Dall’esperienza
giovanile nel laboratorio di Vincenzo Gemito, Neiviller dopo qualche anno dalla
morte del grande maestro, nel 1933 si allontanò da Napoli per recarsi a Mogadiscio.
La produzione scultorea di Neiviller, in prevalenza, è rappresentata dalle numerose
opere realizzate nella piccola fonderia a Mogadiscio nel villaggio di Uardiglei, opere
che raffigurano somali, donne, bambini, guerrieri e santoni. Le sculture in bronzo di
Alberto Neiviller, sono tutte opere uniche, non hanno repliche poiché nella sua
piccola e modesta fonderia non c’erano i mezzi, soprattutto economici, per produrre
opere in serie, come facevano alcune rinomate fonderie a Napoli nella stessa epoca.
Il percorso artistico di Neiviller si può dividere in tre periodi: il primo si riferisce a
Neiviller ragazzo che frequenta la fonderia del padre Francesco; il secondo presso il
laboratorio di Gemito come allievo e collaboratore; il terzo a Mogadiscio, periodo
significativo della sua produzione scultorea attraverso la quale racconta la vita
quotidiana della gente somala, con alcuni riferimenti agli insegnamenti del suo
maestro Gemito e a volte anche ad Achille d’Orsi.
L'autore del volume Nino Rapicavoli, è musicista, compositore, strumentista e
arrangiatore. Ha lavorato in qualità di professore d’orchestra nel Centro Produzione
Tv della Rai di Roma per oltre tre decenni. L'autrice, Maria Simonetta De Marinis si
è laureata in Lettere moderne con indirizzo storico-artistico e ha poi conseguito il
diploma della Scuola di perfezionamento biennale in Storia dell’Arte medioevale e
moderna dell’università di Napoli Federico II. Ha svolto un’intensa attività culturale,
didattica e scientifica, anche nel campo della docenza universitaria della Storia
dell’arte presso l’università Luigi Vanvitelli di Napoli, e ha collaborato con la
Soprintendenza per i beni artistici e storici di Napoli.
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