Vico Equense - Il rimpast(in)o, come era prevedibile, si è arenato nelle secche della politica, e la tanto sbandierata concordia mostra tutti i suoi limiti. Partiamo da un punto fondamentale: Andrea Buonocore non ha ceduto il posto all’attuale sindaco per altruismo, che in politica non esiste, ma perché la maggioranza sul suo nome si sarebbe frantumata. Lui ha poi scelto di rimanere nel centrodestra che si è ritrovato unito sul nome di Giuseppe Aiello, non senza ricevere nulla in cambio. E adesso è presidente del consiglio comunale, ha un assessore di riferimento e qualche candidato della sua lista “Tra la gente”, svanita il giorno dopo le elezioni, ha ricevuto pure qualche incarico. Oggi, sempre in nome di quella lealtà cieca ad Aiello, preme per fare entrare in giunta Franco De Simone, al posto dell’attuale Roberta Barbieri: operazione che consente di recuperare in consiglio comunale Domenico Trombetta, primo dei non eletti. Aiello ci prova pure ad accontentarlo, ci mancherebbe altro, e propone a Fratelli d’Italia di presentare una rosa di nomi composta di donne e uomini. Ma i Meloniani non ci stanno a togliere le castagne dal fuoco al sindaco, e dicono no: il loro nome in giunta rimane Luigi Di Martino. Questa decisone scompagina i piani per l’equilibrio di genere previsto dalla legge. Adesso Aiello ha due strade per salvaguardare l’equilibrio di almeno due donne nell'esecutivo: chiedere a Buonocore di rinunciare, lasciando la Barbieri al suo posto. Oppure imporre al suo gruppo “Peppe Aiello Sindaco” di non toccare Federica Leone.
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