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sabato 5 ottobre 2024

Vico Equense. La denuncia del Wwf: distrutte le secolari edere del Faito

Vico Equense - Alberi avvolti da foglie morte, ingiallite e rinsecchite, al posto delle verdi chiome delle edere che li avvolgevano da decenni vivendo in simbiosi con le conifere. È lo spettacolo che appare a chi in questi giorni raggiunge la zona di monte Faito. Anche in questo caso a denunciare l’attacco alla vegetazione è la locale sezione del Wwf. “Non sappiamo chi e per quale motivo lo abbia fatto, forse qualcuno convinto di salvare gli alberi da un temuto stritolamento, soffocamento o degrado – sottolinea Claudio d’Esposito, leader degli ambientalisti della costiera sorrentina -. Quel che è certo è che si è trattato dell’ennesimo deprecabile scempio ai danni della flora del Faito, all’interno del Parco regionale dei Monti Lattari e di un Sito di Interesse Comunitario, istituito proprio per salvaguardare il delicato e prezioso ecosistema naturale, ecosistema di cui le edere fanno parte”. Ignoti, armati di motosega, avrebbero danneggiato le piante, ferendo anche i tessuti corticali dei tronchi degli alberi. “Evidentemente, chi ha agito, ignora che l’edera comune (Hedera helix) in realtà svolge un ruolo ecologico di fondamentale importanza per l’equilibrio del bosco – chiariscono dal Wwf Terre del Tirreno -. L’edera non si nutre affatto della linfa dell’albero, come in tanti erroneamente credono, è un rampicante e ricerca nella pianta ospite solo il sostegno, un tutore cui avvolgersi, come farebbe su di un palo o su un muro. È vero che con il suo peso contribuisce a far cadere gli alberi meno resistenti o malati, tanto da essere definita “lupo degli alberi”, ma questo non fa altro che accelerare il processo di rinnovo del bosco”. “La copertura di foglie che avvolge i tronchi offre una eccellente “coibentazione” alle alberature, proteggendole dalle temperature rigide invernali e del caldo estivo – aggiungono dall’associazione del Panda -. Cadendo al suolo, poi, lo arricchiscono di sostanze nutritive importanti costituendo un vero e proprio “concime naturale”.

 

I suoi fiori, sono di enorme importanza per le api e per un gran numero di insetti impollinatori che li visitano assiduamente, specie in settembre-ottobre quando mancano altre fioriture”. E ancora. “La pianta inoltre offre rifugio a numerose specie di uccelli che di frequente vi nidificano, oltre a lucertole, gechi, topolini, moscardini e ghiri. Le sue bacche sono consumate da numerose specie di uccelli (tordi, merli, storni, ecc…) che, in determinate stagioni dell’anno, si nutrono quasi esclusivamente dei suoi frutti”. Tenendo conto di tutto ciò è chiaro che, come spiegano ancora dal Wwf Terre del Tirreno, “sopprimendo l’edera si determina un impoverimento drastico della fauna del bosco: le foglie, sempreverdi, sono appetite da rare specie di farfalle (falena dell’edera, Celastrina argiolus) e da animali erbivori, soprattutto nella stagione invernale, quando scarseggiano altre fonti alimentari”. “Secondo la Nasa, l’edera assorbe il 90% del benzene ed oltre il 10% del tricloroetilene, quindi possiamo senz’altro definirla “pianta anti-inquinamento” – concludono gli ambientalisti -. Infine col suo folto fogliame sempreverde contribuisce ad ossigenare l’aria, ad attenuare la calura estiva e ad assorbire grosse quantità di CO2 aiutando a contrastare l’aumento di temperatura e a combattere i cambiamenti climatici”. “Per questo è intollerabile che siano state distrutte le secolari edere che crescevano sui grossi pini neri presso la sorgente della Lontra – la denuncia di d’Esposito -. È l’ennesimo scempio ai danni dell’ecosistema di una montagna quotidianamente e impunemente martoriata e saccheggiata dall’uomo”.

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