Il sociologo alla presentazione del libro di Giovanni Taranto Giovanni Taranto e Derrik de Kerckhove
Vico Equense - I romanzi sulle indagini del Capitano Mariani? Sono uno "strumento tecnologico del linguaggio" con cui raggiungere migliaia di persone per far comprendere i meccanismi e la logica del crimine, di come questo vada combattuto e di come si possano spezzare i legami tra mafie e nuove generazioni. Parola di Derrik de Kerckhove. Il sociologo e giornalista belga naturalizzato canadese, collega ed erede di Herbert Marshall McLuhan - sociologo, filosofo, critico letterario e professore canadese che elaborò la celeberrima teoria "il medium è il messaggio" - è stato, a sorpresa, tra gli ospiti della presentazione di "Mala fede" (Avagliano editore), terzo giallo del giornalista oplontino Giovanni Taranto, tenutasi presso la libreria Ubik di Vico Equense. Il romanzo, ambientato a Pompei, intreccia presenza delle sette, crimini di camorra, furti d'arte e la sparizione dell'icona della Verdine del Rosario. Durante la serata, de Kerckhove si è appassionato ad argomenti e metodi del "progetto Mariani", con cui Taranto sta affrontando - giallo dopo giallo - i temi più scottanti legati al crimine e alle sue radici, alla presenza delle mafie e a ogni aspetto della lotta alla criminalità organizzata e all'illegalità in ogni sua forma. A moderare la serata il giornalista Antonio Irlando.
"Questi libri e questo metodo di scrittura e di approcciare e coinvolgere il lettore - ha commentato de Kerckhove - costituiscono un vero e proprio strumento tecnologico del linguaggio. Con la loro originalità possono avere un impatto molto forte e incisivo per la comprensione dei temi trattati". Il sociologo si è anche appassionato ai temi trattati nel secondo romanzo di Taranto - Requiem sull'ottava nota - che, nell'intreccio di una complessa storia legata a delitti e codici basati sulla cabala napoletana, spiega in dettaglio il funzionamento dei clan, i ruoli all'interno degli stessi e soprattutto il meccanismo di cooptazione delle nuove generazioni all'interno delle cosche. "Lo strumento tecnologico rappresentato dai romanzi dell'autore - ha detto de Kerckhove riferendosi a "Requiem" - può essere il nucleo di una importante strategia di comunicazione capace di fare uscire i giovani dal fantasma della predestinazione sociale. È un discorso che mi piacerebbe approfondire e credo che ne parleremo ancora con Taranto". (ANSA)
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